Addio a Benedetto, il figlio dei bombardamenti: nacque nell'abbazia durante la battaglia di Montecassino

Il nascondiglio nell'archivio del monastero, i funerali oggi pomeriggio

Addio a Benedetto, il figlio dei bombardamenti: nacque nell'abbazia durante la battaglia di Montecassino
di Elena Pittiglio
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Giovedì 6 Luglio 2023, 08:44 - Ultimo aggiornamento: 14:48

La prima luce che vide alla nascita fu quella del fuoco dei bombardamenti sull'abbazia. Era sabato 29 gennaio 1944. Antonietta, giovane sposa di Francesco Pittiglio, figlio di Angelo, capomastro di Montecassino, diede alla luce il suo primogenito in un nascondiglio ricavato sotto l'archivio del Monastero. Sdraiata su due tavole di legno e assistita da altre donne rifugiate nel luogo sacro, Antonietta partorì il suo bambino al quale, in segno di devozione per il Santo Patrono, impose il nome Benedetto. Da ieri gli occhi di Benedetto, considerato da tutti il figlio delle bombe di Montecassino', si sono chiusi per sempre. Benedetto Pittiglio, 79 anni, è morto ieri mattina presso l'ospedale Santa Scolastica di Cassino per complicazioni respiratorie. I funerali alle 16 nella chiesa di Sant'Antonio.

LA COMMEMORAZIONE

Per pochi mesi non è riuscito a prendere parte alle commemorazioni per l'80esimo del bombardamento dell'Abbazia e della città.

La sua nascita è stata narrata sui libri di storia e in televisione. Furono proprio mamma Antonietta e papà Francesco, a distanza di 40 anni da quell'evento, a raccontare la nascita del loro primogenito al giornalista Piero Badaloni, nel corso di una trasmissione televisiva alla fine degli anni '80. Francesco, dipendente come suo padre dell'abbazia, si unì in matrimonio con Antonietta tra le mura del monastero. Il 10 settembre del 1943 il primo bombardamento su Cassino rese subito impossibile la vita in città. Così, su consiglio dell'abate Gregorio Diamare, amico di nonno Angelo, la famiglia Pittiglio raggiunse località Pozzo Alvito, dove rimase da settembre '43 a febbraio '44, fino a qualche giorno prima del bombardamento che distrusse Montecassino. Mentre il resto della famiglia si incamminò verso sud, i coniugi Francesco e Antonietta, ormai agli sgoccioli della gravidanza, raggiunsero, a metà gennaio del '44, l'abbazia. Lì, gli sposi come riportano Eusebio Grossetti e Martino Matronola, ex abate di Montecassino, nel libro Il bombardamento di Montecassino. Diario di guerra - si rifugiarono in un nascondiglio sotto l'archivio, con accesso dall'esterno dell'orto, fin dalla seconda settimana di gennaio'.

Qui attesero la nascita del loro primogenito, avvenuta il 29 gennaio. Due giorni dopo, lunedì 31 gennaio, mentre i cannoni anglo-americani sparavano nel pomeriggio' sempre a quanto si legge nel libro di Grassetti e Matronola don Agostino battezzò Benedetto. In quel rifugio, utilizzato per nascondere gli uomini per fargli sfuggire alle retate tedesche, la famigliola rimase nei giorni successivi, fino al 15 febbraio, giorno in cui le fiamme delle bombe avvolsero la millenaria abbazia, riducendola ad un cumulo di macerie. Una volta cessati i bombardamenti e all'estremo delle forze, dalle braccia di Antonietta scivolò giù quel corpicino che aveva protetto per giorni. Il piccolo Benedetto finì a terra, tra le macerie.

Fu papà Francesco a recuperare il figlio scavando a mani nude tra le rovine ancora fumanti. Il giorno 17 febbraio, insieme all'abate Diamare, ai monaci e ad un gruppo di civili sopravvissuti c'erano anche Francesco e Antonietta con il piccolo Benedetto ad abbandonare il luogo distrutto. Completamente coperta da polvere e con indosso un largo cappotto recuperato da un soldato caduto in battaglia, Antonietta sale su un'auto con il marito, il piccolo di appena due settimane, Fra Zaccaria Di Raimo e dom Nicola Clemente per raggiungere Roccasecca. Una volta qui la famiglia Pittiglio venne trasferita con la comunità monastica a Roma.
 

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