Morti nel multipiano di Frosinone, allarme sicurezza. Il proprietario: «Facciamo il possibile»

Morti nel multipiano di Frosinone, allarme sicurezza. Il proprietario: «Facciamo il possibile»
di Pierfederico Pernarella
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Venerdì 24 Maggio 2019, 15:34
Si è trattato solo di una tragica coincidenza che esula dalle responsabilità delle parti in causa, ma chissà se almeno la morte di due giovani nel giro di pochi giorni - quella di Daniele Arduini la mattina del 10 maggio durante una manovra di parkour e l’altra sera il suicidio di Davide Bologna - riuscirà a smuovere dallo stallo di accuse incrociate e carte bollate in cui da anni è impanato il parcheggio multipiano di Frosinone.
Il batti e ribatti dura da anni, senza soluzione. Tutto resta fermo, come la scala mobile che ha funzionato soltanto i primissimi tempi. Per il resto il copione è sempre lo stesso: il privato denuncia il Comune e il Comune denuncia il privato. Mentre vanno avanti le cause in tribunale e di tanto in tanto spunta qualche favoloso progetto di riqualificazione, il multipiano, utilizzato solo al piano terra dal lato di viale Mazzini, sprofonda nell’abbandono e nel degrado. Scritte, danneggiamenti e sporcizia ovunque.

Doveva essere un’infrastruttura di raccordo tra la parte alta e quella bassa della città, a servizio soprattutto del centro storico, carente di parcheggi. Ma è diventato, non da ora, terra di nessuno per spacciatori, senza tetto, vandali, soprattutto durante le ore notturne, sebbene si trovi nel cuore del capoluogo, a due passi dalle sedi di istituzioni e autorità. Appelli e denunce finora sono sempre caduti nel vuoto. Ora ci sono due tragedie di mezzo che, sia pure indirettamente, hanno riproposto il tema sicurezza. Come intervenire? Una bella domanda.

IN BALIA DEI VANDALI
Leonardo Zeppieri, rappresentante legale della società “ Frosinone Mobilità e Servizi srl” proprietaria della struttura, si dice addolorato per quanto accaduto, ma alza le mani sul piano della sicurezza: «Mi dispiace per i due ragazzi, ma sono tragedie che potevano capitare ovunque. Quello che possiamo fare per mettere in sicurezza la struttura lo abbiamo fatto e continuiamo a farlo, ma è una guerra quotidiana. Mettiamo le luci, ma vengono sistematicamente rotte. Così pure con gli estintori. Per non parlare delle telecamere della videosorveglianza: finora abbiamo presentato una cinquantina di denunce per danneggiamento. D’altra parte non possiamo nemmeno impedire l’accesso. C’è un passaggio pubblico che collega il parcheggio con viale Mazzini che in tanti utilizzano. L’idea di mettere dei vigilantes h24 è impensabile».


LO SCONTRO CON IL COMUNE

E qui Zeppieri arriva al nocciolo della questione, almeno dal suo punto di vista: «La gestione del parcheggio, con l’annesso servizio di strisce blu, è in totale perdita, lo diciamo da anni. Qualsiasi tipo di investimento non è attuabile. Abbiamo chiesto al Comune di rivedere il piano finanziario realizzato della stipula del progetto nel 2004 e rimasto in molti punti inapplicato con danni enormi per noi. Ma non c’è stata alcuna risposta. Ora abbiamo chiesto la rescissione contrattuale calcolando circa 7,5 milioni di danno».
E quindi si torna sempre alle carte bollate. Il problema però resta, soprattutto quello della sicurezza. Comune, polizia locale forze dell’ordine rispondono allo stesso modo: si tratta di una proprietà privata, non possiamo intervenire.

LA RABBIA DEI RESIDENTI
Il «mancato controllo», inquieta i residenti di via Ciamarra, i cui palazzi si affacciano nella vallata del Multipiano. Per loro parla Alessandro Fattoracci, che da anni lamenta lo stato di abbandono del Multipiano. «Due morti in 10 giorni sono più di un grido d’allarme. Rappresentano una vera emergenza. Ora chiediamo che la struttura sia controllata, da un vigilantes, 24 ore su 24, prima che si contino altri morti. Non dobbiamo dimenticarci che oggi il Multipiano è diventato mèta di senza-tetto e tossici in cerca di buio e di silenzio. Le funzioni di parcheggio sono praticamente nulle. Le uniche vetture parcheggiate stabilmente sono i camper e i furgoncini degli ambulanti che, la mattina presto, arrivano con l’utilitaria e ripartono con i furgoni per raggiungere i vari mercati. Niente a che vedere - conclude Alessandro Fattoracci - con lo scopo iniziale per il quale questo mega parcheggio fu costruito».
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