Montecassino, arriva il nuovo abate: prime visite

La nomina di Papa Francesco risale al 9 gennaio 2023

dom Luca Fallica
di Elena Pittiglio
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Lunedì 27 Febbraio 2023, 09:05 - Ultimo aggiornamento: 09:06

Don Luca Antonio Fallica, il nuovo abate nominato lo scorso 9 gennaio da papa Francesco, è arrivato a Montecassino. L'abate Luca ha lasciato la comunità monastica Santissima Trinità di Dumenza, fondata da lui stesso insieme ad un gruppo di frati benedettini nel 1989, dopo aver ricevuto il 14 febbraio scorso l'ordinazione diaconale, in vista del presbiterato che rappresenta l'ultimo atto prima dell'insediamento ufficiale ad abate del cenobio fondato nel 529 da San Benedetto.
Appena arrivato a Montecassino per il neo abate si è presentata una agenda ricca di appuntamenti. Il primo nel pomeriggio di venerdì, con don Luca che ha visitato la Casa della carità, gestita dalla fondazione San Benedetto e diretta da suor Ermanna, pilastro della struttura. L'abate si è soffermato con gli ospiti della Casa che, inaugurata da papa Benedetto XVI il 24 maggio del 2009, accoglie i senza fissa dimora con cui don Luca, accompagnato da dom Luigi Di Bussolo, presidente della Fondazione, ha trascorso qualche ora.
Nel pomeriggio di sabato, per la prima volta, l'abate ha raggiunto Norcia per partecipare all'accensione della fiaccola "pro pace et Europa una". Le cerimonie inserite nel calendario degli eventi della fiaccola sono entrate nel vivo già da settimane. Il prossimo 2 marzo, il fuoco, simbolo di pace e speranza, acceso nella città natale di San Benedetto, continuerà il suo viaggio in Portogallo dove sono previste cerimonie nella cattedrale di Lisbona, nel santuario Mariano di Fatima e nell'abbazia benedettina di Singerverga.
A Norcia don Luca ha presenziato alla cerimonia di accensione avvenuta nella cripta ristrutturata della basilica. «È per me, come penso per ciascuno di noi, - ha sottolineato don Luca, senza nascondere l'emozione, - un momento di intensa commozione essere qui, in questo luogo, per compiere un gesto apparentemente piccolo, come l'accensione di questa fiaccola, che però assume una grande portata simbolica. Lo è per tutti, ma per me in modo particolare perché si tratta della prima volta che partecipo all'accensione della fiaccola. Ed è la prima volta che ritorno a Norcia dopo il terremoto che l'ha devastata».
E' sempre il neo abate ad affermare l'importanza della fiaccola: «Accendiamo la fiaccola, che poi si metterà per strada, per raggiungere Lisbona e in seguito le nostre città legate a San Benedetto - Norcia, Subiaco, Cassino e con esse le nostre comunità, i nostri monasteri - per dire che ogni gesto di pace, ogni messaggio di pace, di vita, di rinascita, ha la forza e l'efficacia della luce, che è una realtà apparentemente piccola e debole, ma, se non viene lasciata ferma e inerte, ha in sé la potenza di rischiarare davvero le tenebre».
 

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