Capretta uccisa alla festa, chiesta l'archiviazione

Capretta uccisa alla festa, chiesta l'archiviazione
di Redazione di Frosinone
2 Minuti di Lettura
Martedì 16 Aprile 2024, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 10:26

 

Chiesta l'archiviazione per i ragazzi accusati di avere ucciso una capretta durante la festa per un diciottesimo compleanno ad Anagni, l'estate scorsa. Nel corso della festa di un ragazzo di Fiuggi, il 27 agosto, venne utilizzato l'animale per un macabro gioco, ripreso dai telefoni cellulari e postato sui social. I giovani autori si sono sempre giustificati dicendo che la capretta era già morta, cosa che ha trovato conferma. Quando i ragazzi colpirono a calci la capretta, la caricarono su una carriola e la scaricarono in un fosso, riprendendo la scena con gli smartphone, l'animale era già morto: per questo la Procura di Frosinone ha chiesto l'archiviazione per i sei giovani accusati di uccisione di animale e di istigazione a delinquere. I video mostravano un ragazzo colpire la capretta con un calcio estremamente violento alla testa, scatenando un'ondata di indignazione. Per quell'episodio i sei ragazzi sono finiti nel registro degli indagati, insieme ad un loro amico minorenne per il quale si procede alla procura competente. A colpire l'animale sarebbero stati lui ed un amico ventenne. La perizia affidata ad un veterinario ha ipotizzato che la capretta fosse già morta nel momento in cui veniva colpita, come rivelerebbe il tipico gonfiore addominale determinato dalle prime fasi del ciclo di decomposizione. L'Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che aveva presentato la denuncia, ha annunciato che farà opposizione alla richiesta d'archiviazione presentata al giudice delle Indagini preliminari. Spiega l'avvocato Claudia Taccani, responsabile dell'ufficio legale dell'Oipa: «Non condividiamo la decisione del pubblico ministero, tanto più che vi sono prove documentali che testimoniano il reato». L'avvocato Giampiero Vellucci, difensore del minorenne invita «a smorzare i toni ed a consentire una decisione scevra da condizionamenti mediatici. Gli atti, dei quali anche noi siamo in possesso, consentono una lettura diversa da quella effettuata dalle associazioni animaliste».

L'ALTRO PROCEDIMENTO

Nei giorni successivi all'episodio gli animalisti tennero delle manifestazioni ad Anagni e Fiuggi, per le quali ora dieci persone indagate per il reato di diffamazione aggravata. Tra queste anche l'animalista Enrico Rizzi, a capo dell'iniziativa che si svolse il 2 settembre scorso contro i ragazzi che avevano maltrattato l'animale. La Procura contesta la diffamazione aggravata in danno del minorenne il cui volto era stato affisso su alcuni cartelli esposti nel corso della manifestazione. Inoltre i dieci indagati sono stati incriminati per aver tenuto una manifestazione non autorizzata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA