Finisce dalla preside per un pugno a un compagno e confessa: «Mi perseguita da anni»

Aggressioni, dispetti, offese in pubblico. Ora la vicenda rischia di finire in un'aula di giustizia. Protagonisti due quindicenni di Frosinone.

Finisce dalla preside per un pugno a un compagno e confessa: «Mi perseguita da anni»
di Marina Mingarelli
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Lunedì 15 Maggio 2023, 08:30

Era stato convocato dalla preside insieme ai suoi genitori perché aveva sferrato un pugno a un compagno di classe. È stato solo a quel punto che ha raccontato che aveva reagito in quel modo perché quel ragazzo, da due anni, aveva trasformato la sua vita in incubo. Aggressioni, dispetti, offese in pubblico. Ora la vicenda rischia di finire in un'aula di giustizia. Protagonisti due quindicenni di Frosinone. A detta del ragazzo il compagno di classe non perdeva occasione per denigrarlo (soprattutto davanti agli altri compagni) e per farlo sentire una nullità. Per lungo tempo aveva subìto di tutto, dalle botte, agli sputi, agli spintoni. L'ultima volta però, quando il compagno di classe gli ha strappato dalle mani una merendina che aveva appena acquistato dal distributore all'interno dell'istituto scolastico, l'adolescente non ce l'ha fatta più e dopo una breve colluttazione è riuscito a sferrargli un pugno in pieno viso. Un comportamento che ha spiazzato il compagno che non si aspettava una reazione del genere da parte di chi era sempre stato remissivo e sottomesso. L'aggredito, tornato a casa, ha raccontato tutto ai genitori i quali si sono precipitati a scuola chiedendo alla preside che venissero presi i provvedimenti del caso nei confronti di chi aveva alzato le mani sul figlio. Per tal motivo, anche se ancora in maniera informale, avrebbero preannunciato che chiederanno un risarcimento danni.

LA VICENDA IN TRIBUNALE

Ma quando il quindicenne che aveva tirato il pugno è stato chiamato a scuola insieme ai genitori, non ce l'ha fatta più ed ha raccontato tutte le vessazioni che aveva dovuto subire. I compagni di classe erano stati testimoni delle aggressioni.
Adesso i genitori del ragazzino, che erano all'oscuro di quello che accadeva al figlio quando si trovava a scuola, tramite l'avvocato Roberto Capobianco, hanno fatto scattare la denuncia per violenza privata. Il compagno di classe, a detta del legale, aveva posto il suo assistito in una condizione di soggezione psichica a seguito di quella condotta delinquenziale reiterata. Al momento il ragazzino, per paura di ritorsioni, non vuole rientrare in classe. L'avvocato Capobianco ha già preannunciato che la questione non finirà con una denuncia al tribunale dei minori e che chiederà un risarcimento danni ai genitori in sede civile. Marina Mingarelli
 

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