Mazzette al Catasto, la telefonata mentre una delle vittime è dai carabinieri

Mazzette al Catasto, la telefonata mentre una delle vittime è dai carabinieri
di Pierfederico Pernarella
3 Minuti di Lettura
Lunedì 18 Novembre 2019, 15:52 - Ultimo aggiornamento: 15:54
Erano talmente insistenti nelle richieste di denaro che in un caso, uno di loro ha avuto persino la sfortuna di sollecitare una delle vittime mentre la stessa si trovava nella caserma dei carabinieri per denunciarli. È uno, tra i tanti, dei risvolti tragicomici dell'inchiesta Pesce Giallo che ha portato agli arresti domiciliari del responsabile dell'ufficio servizi catastali in Front Office di Frosinone, Andrea Cristini, e i due impiegati Domenico Carnevale e Carlo Mastroianni.

LA TELEFONATA IN CASERMA
L'ufficio era chiacchierato da tempo. Le voci sul fatto che bisognasse pagare mazzette per mandare avanti le pratiche più semplici erano arrivate anche ai carabinieri, ma appunto erano solo voci. Troppo poco per aprire un'indagine. La svolta arriva nell'estate del 2018. Precisamente il 24 luglio, in una circostanza non qualsiasi.
Sono passate da poco le 11, quando un geometra di Alatri si reca dai carabinieri per denunciare quello che gli è capitato al Catasto: due impiegati gli hanno chiesto dei soldi per alcune pratiche. Mentre i carabinieri stanno cominciando a verbalizzare le sue dichiarazioni, squilla il telefono: è di quei due impiegati del Catasto, Domenico Carnevale, che gli dice: «Allora? Allora? Vedi un attimo quello che devi fare. Fai la persona seria». Il geometra risponde telegraficamente, fa il vago e chiude la chiamata. I carabinieri non sentono cosa dice l'impiegato del Catasto, ma dal registro chiamate riscontrano che effettivamente la chiamata è partita dal suo cellulare. Nasce così l'operazione Pesce Giallo. L'inchiesta è stata chiamata così perché, come emerso da alcune intercettazioni, proprio Domenico Carnevale era solito chiamare pesci le vittime delle sue richieste corruttive. Per uno scherzo della sorte, sarà lo stesso Carnevale a infilarsi con le sue stesse mani nella rete dei carabinieri.
È solo a quel punto, dopo la denuncia del geometra di Alatri, che i carabinieri hanno sufficienti elementi per chiedere alla Procura di indagare Catasto con le intercettazioni, i pedinamenti e le telecamere nascoste. Ma già in quella prima denuncia del geometra di Alatri c'era tutto o quasi il modus operandi dei due impiegati che verranno arrestati un anno e mezzo dopo.

LE MINACCE
Il professionista riferisce che lo stesso giorno in cui si era recato al Catasto per una pratica nel pomeriggio si era visto presentare a casa Carnevale e Mastroianni i quali gli dissero che per risolvere ogni problema avrebbe dovuto dargli 500 euro ciascuno. Il giorno dopo quella visita, il geometra è tornato al Catasto e riferisce ai carabinieri di essere stato avvicinato di nuovo da Carnevale: «Sei venuto a portarmi qualcosa?».
Col passare del tempo, stando sempre alle dichiarazioni del geometra, le insistenti richieste assumono il contorno della minaccia. Il professionista di Alatri riferisce infatti che il 13 agosto dello scorso anno, sempre Carnevale e Mastroianni si sono ripresentati a casa sua e gli avrebbero detto: «Cerca di essere puntuale perché a me basta una telefonata e non ti faccio camminare più».

GLI ZINGARI
Le richieste continuano nei mesi successivi, quando sono partite le intercettazioni e in una Carnevale gli dice che si può accontentare anche di 50 euro: «Intanto inizi a portare qualcosa».
In un'altra conversazione intercettata parlano Carnevale e il collega Mastroanni e dicono di averlo minacciato («Ti faccio una faccia di schiaffi») e convengono che è meglio darsi una calmata: «Non dobbiamo andarci più perché questo ci denuncia se no ci mettiamo in mano agli zingari». Non sapevano i due impiegati del Catasto che il geometra li aveva già denunciati ed ascoltarli ora c'erano i carabinieri.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA