Nei giorni scorsi per le strade di Frosinone sono state avvistate delle vele con immagine di una campagna anti-abortista lanciata dalla associazione “Pro-Vita”. Sui cartelloni giganti, la foto di una donna e la seguente scritta: «Il corpo di mio figlio non è il mio corpo, sopprimerlo non è una mia scelta”, seguito dall’hastag “stop aborto”. Firmato associazione “Pro vita e famiglia”.
L’iniziativa è tutt’altro che casuale, ma arriva in concomitanza del recepimento da parte della Regione Lazio delle linee guida, emanate dal Ministero della Salute lo scorso agosto, sull’interruzione di gravidanza con metodo farmacologico e per l’uso della RU 486 al di fuori degli ospedali.
La vicenda delle vele antiabortiste, segnalata da Rigenerare Frosinone, ha fatto infuriare diverse forze politiche. Su tutte il comitato frusinate di Possibile: «Nessuno spazio per la propaganda antiabortista a Frosinone che accosta aborto e omicidio.
Anche le Democratiche Frosinone criticano duramente l’iniziativa: «Una vergogna le vele contro l’aborto comparse a Frosinone. Si ponga immediatamente un freno alle campagne che violano il diritto di autodeterminazione delle donne. A 43 anni di distanza da quello che consideravamo un diritto acquisito, ovvero il diritto all’aborto, dobbiamo difendere con le unghie e con i denti la legge 194/78 messa in discussione ormai quotidianamente in Italia. È inaccettabile, non possiamo tornare indietro. Le cosiddette campagne “Pro vita”, altro non sono che anacronistiche campagne che mettono in pericolo la vita di migliaia di donne. Dobbiamo porre un freno a queste posizioni».