Frosinone, impianto a biomasse:
ora è scontro di fronte al Tar

Frosinone, impianto a biomasse: ora è scontro di fronte al Tar
di Alessandro Redirossi
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Mercoledì 6 Giugno 2018, 16:19
Impianto a biomasse nel parcheggio del Fornaci Village di via Gaeta: ora è guerra di fronte al Tar per Comune e privato sull'ordinanza di demolizione di fine febbraio. La vicenda parte proprio a inizio anno, quando l'associazione dei “Medici di famiglia per l'ambiente”  ha chiesto pubblicamente come si potesse autorizzare, in una città afflitta dalle polveri sottili, un impianto a biomasse, sia pure di dimensioni inferiori ai 200Kw. A supporto di questa posizione si schierarono anche il Coordinamento per l’Ambiente Valle del Sacco e Valle del Liri e il Movimento 5 Stelle, che con il suo gruppo consiliare aveva fatto accesso agli atti e sollevato dubbi anche di natura urbanistica.
LO SCONTRO
In sostanza associazioni e M5S hanno chiesto una moratoria per gli impianti a biomasse in città. Si tratta di un tema discusso da tempo nel capoluogo, dove i comitati sono schierati da anni contro impianti alimentati dalla combustione di biomasse (in questo caso cippato di legna). Pongono interrogativi rispetto a possibili impatti negativi in materia di emissioni e concentrazione di polveri sottili nell'aria. Visto che a Frosinone i livelli di pm10 sono puntualmente fuorilegge (già 40 i giorni sopra la soglia nel 2018). Fra le associazioni si è fatto leva anche su un parere Arpa del 2015, riferito alla vicenda di un altro impianto a biomasse di ben più grandi dimensioni, stoppato dal Comune in via Mola d'Atri dopo le polemiche dei cittadini. Quel parere dell’Arpa evidenziava che dal punto di vista normativo e amministrativo si sarebbe potuto dare il via libera legittimamente a tanti piccoli impianti a biomassa con emissioni di polveri modeste. Ma anche che la somma del contributo emissivo di ogni impianto avrebbe finito per pesare su una situazione ambientale già critica. Dalla società che ha progettato l'impianto hanno invece sostenuto che il nuovo sistema a biomasse, che produrrebbe energia a servizio del Multisala, genererebbe meno inquinamento del precedente impianto a metano.
L'ORDINANZA
Dal sindaco Ottaviani erano arrivate critiche al Piano regionale della qualità dell’aria, che impone nei mesi invernali di spegnere i camini delle abitazioni ma non prevede “alcun provvedimento simile laddove le biomasse vengono utilizzate da aziende ed industrie”. Spiegando che il Comune non può bloccare la costruzione di impianti a biomasse, ma solo limitarne successivamente l’utilizzo entro alcune soglie. Il Comune, dopo le polemiche,  si è mosso dal punto di vista urbanistico, con un sopralluogo della Polizia locale sul manufatto realizzato per ospitare l'impianto (192 metri quadri). Sono state rilevate delle criticità relative al rilascio dei permessi e all'esistenza di un vincolo boschivo. L'Ente ha quindi emesso un'ordinanza per la demolizione entro 90 giorni delle opere "abusivamente realizzate". Dopo due mesi, a fine aprile, è stato notificato al Comune il ricorso al Tar contro l'ordinanza da parte di Jmd Energy (che realizza l'opera) e Ingross 2000 (proprietaria). In un’intervista a Il Messaggero, a febbraio, la società che ha progettato gli interventi aveva contestato un mancato aggiornamento negli anni delle planimetrie e del perimetro dell'area boschiva. Annunciando un confronto con la Regione sulla riperimetrazione del bosco che, se non si fosse concluso in tempi rapidi, avrebbe costretto i privati al Tar. Così e stato. E con una delibera di Giunta di pochi giorni fa l’amministrazione Ottaviani ha deciso di difendere quell’ordinanza: sarà muro contro muro. Sulla demolizione deciderà il giudice.
 
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