Sapremo questa sera al termine del match tra Reggina e Genoa (che insegue i ciociari staccata di 5 punti) l'entità del vantaggio del Frosinone in testa alla classifica sulla sua diretta inseguitrice.
Ma la cosa più importante è che dall'alto dei suoi 27 punti, nessuno può mettere in discussione il primato dei giallazzurri dopo dodici giornate di campionato. Non avveniva dalla stagione 2016-2017 di avere dopo 12 giornate una squadra in testa alla classifica con 27 punti. In quell'occasione fu il Verona a toccare questo livello, Verona che in molti ricordano soffiò quell'anno per la misera differenza reti di un gol il secondo posto e la promozione diretta al Frosinone in quella stagione. Un punto, il punteggio di un pareggio. Un punto che spesso fa la sottile differenza tra una stagione di successo e una deludente. Ne sa qualcosa il Frosinone che nella passata stagione ha fatto incetta di pareggi, facendosi soffiare l'accesso ai play off proprio dal Perugia, per via degli scontri diretti, ed un pari casalingo. Sempre lo scorso anno infatti dopo 12 partite i canarini erano in quinta posizione sommando 21 punti, frutto di cinque vittorie, una sola sconfitta (quest'anno ne ha subite tre), ma anche di ben sei pareggi. Nessun pari invece quest'anno (ed è l'unica squadra dell'intera categoria) per un Frosinone che non conosce mezze misure. Questo fa oggi la differenza e può farla anche alla fine.
«In 12 partite abbiamo vinto 9 gare, fanno la differenza - ha confermato Grosso in sala stampa -. E' questo che ci ha fatto cambiare la classifica (rispetto allo scorso anno), sappiamo metterci sempre in discussione e prepararci sempre al meglio. Il segreto è arrivare ad ogni partita come se fosse l'ultima».
Sabato la vittoria contro il Perugia, seppur prevedibile nei pronostici, è stata importante anche al di là dell'aspetto classifica.
Nel secondo tempo il Perugia è stato sicuramente meno pericoloso, se si eccettua il colpo di testa finale di Dell'Orco che ha messo in serio pericolo l'imbattibilità di Turati.
A proposito del portiere canarino, oramai è diventato un capo ultrà ed i suoi cori con il megafono lanciatogli dalla curva fanno parte della iconografia di questo momento. Un Turati che ha un record di valenza continentale, essendo oggi il portiere meno battuto del campionato cadetto, ma soprattutto imbattuto in casa, cosa solo che il Barcellona del portiere Stegen sta riuscendo a fare. Niente male per un giovane numero uno che in questa stagione sta cercando il definitivo lancio nell'olimpio dei difensori tra i pali. Un record che gara dopo gara sta facendo diventare sempre più grande la porta da difendere? «No, affatto. Entri in campo con l'obiettivo di vincere sempre. Anche 4-3, 5-4». Sì, ma uscire senza subirne fa la vera differenza. Venerdì prossimo al Frosinone tocca l'anticipo della 13ma giornata alle 20:30 ad Ascoli, contro una formazione che fa parte del corposo lotto di squadre a quota 19 punti a cavallo della zona playoff e che è reduce dal buon pari esterno a Brescia (1-1) agguantato proprio al 90' con Eric Botteghin su torre di Federico Dionisi.