Con il freno a mano tirato dai debiti fuori bilancio, la giunta Mastrangeli conferma il mantenimento di alcuni appuntamenti fissi della cultura, ricorre ai mutui per far fronte ad alcune spese di manutenzione, rinvia il piano assunzioni. Il documento finanziario ed economico più importante dell'anno per il comune di Frosinone è oramai definito e si prepara finalmente ad approdare all'esame del consiglio. A colpi di proroga dei termini il documento che nelle iniziali e più rosee aspettative della giunta Mastrangeli lo si voleva approvare a marzo con un mese di anticipo rispetto alla prima scadenza di aprile, alla fine è slittato a fine giugno dopo l'arrivo di sentenze milionarie che hanno visto soccombere il comune e dopo la necessaria richiesta del parere della Corte dei Conti. Venerdì si terrà la conferenza dei capigruppo che ufficializzerà la data di mercoledì 28.
LA DELIBERA
Prima dell'approvazione del bilancio sarà fondamentale però approvare la delibera sui debiti fuori bilancio che tante polemiche hanno generato con accuse verso le passate amministrazioni di centro sinistra che avrebbero portato, a distanza di anni, all'emersione di questi debiti frutto di sentenze passate in giudicato.
Ma le difficoltà del comune sono anche legate anche alla voce personale. La macchina amministrativa da anni ha subito uscite per pensionamenti senza attivare i ricambi necessari per via del piano di rientro. Quest'anno erano previste le prime assunzioni ma sempre i debiti emersi hanno bloccato ogni bando di concorso. «L'assunzione di nuovi impiegati ammette Piacentini sarà rinviata all'anno prossimo per mancanza di coperture economiche. Siamo consapevoli delle difficoltà e delle necessità di personale dell'ente e non appena i conti ce lo consentiranno daremo corso alle attese assunzioni». L'approvazione del bilancio arriva a quasi un anno preciso dall'insediamento dell'amministrazione Mastrangeli. Un anno difficile dove, a pesare, come un macigno ancora una volta sono stati i limiti di spesa imposti dai pagamenti dei debiti. Nel 2024, forse, l'auspicato cambio di marcia tanto atteso.
Gianpaolo Russo
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