L'acqua imbottigliata come se fosse vino, la sfida vinta dell'azienda ciociara Filette

L'acqua imbottigliata come se fosse vino, la sfida vinta dell'azienda ciociara Filette
di Giampiero Valenza
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Domenica 13 Novembre 2022, 16:19 - Ultimo aggiornamento: 16:20

Tre anni fa a Guarcino, in Provincia di Frosinone, un'azienda di acqua minerale ha fatto una scelta: abbandonare la plastica e passare al vetro. E oggi Acqua Filette non è più una piccola impresa, dimostrando di saper presentare il suo prodotto come di qualità e dal packaging riutilizzabile. «Dai due milioni di euro che avevamo fatturato nel 2018 siamo passati a una stima che ci vedrà raggiungere i 6 milioni di euro per quest'anno», spiega Stefano Ricci, general manager della società ciociara.

L'IDEA

L'impresa è una di quelle storiche del Lazio.

Nasce nel 1894 nel piccolo borgo a pochi passi da Fiuggi, sui monti Ernici. E da qualche anno ha scommesso sull'innovazione per aprire nuove fette di mercato. Ha avviato un progetto, Water like wine (l'acqua come il vino, ndr) per dare, spiega ancora Ricci, «la stessa dignità che venne data anni fa alle produzioni vinicole». In sostanza, così come si sviluppò la ricercatezza delle uve e delle tantissime qualità del vino che generano gusti diversi al palato, altrettanto l'impresa di Guarcino vuole presentare l'acqua, generando una sempre maggiore competenza attorno al prodotto. E per questa ragione hanno scelto di imbottigliarla con una iconica bottiglia di bordolese. La stessa che a tavola si vedrebbe adatta per sorseggiare un litro di vino.

«Ci consideriamo una boutique dell'acqua: il nostro obiettivo è di fare più qualità che grandi numeri», commenta il general manager. Filette produce circa 15 milioni di litri ogni anno, e lo fa su tre linee di prodotto: due in bottiglie di vetro e una in alluminio. «Anche questa è stata una scelta innovativa che va nell'individuazione di alternative alla plastica - aggiunge Ricci raccontando la storia dell'impresa - L'idea è stata quella di poter superare il limite del vetro in determinate condizioni d'uso, così abbiamo individuato un prodotto facilmente trasportabile e in grado di non rompersi, che potesse essere usato in luoghi come le spiagge, gli aeroporti o le Spa».

Dalla sua fondazione Filette si è sempre attestata, fino agli anni Duemila, sul mercato locale. Poi, a millennio iniziato, c'è stata la svolta che ha portato a un cambiamento radicale dell'offerta al pubblico. «In quel periodo avevamo rilevato la società e un nostro partner giapponese si rese conto delle grandi proprietà di quest'acqua - prosegue Ricci -Venne fatta un'analisi qualitativa e organolettica in Giappone e se ne sono innamorati, tanto che divenne subito il primo nostro mercato estero».

L'EXPORT

Oggi fuori dai confini italiani l'azienda porta le sue bottiglie d'acqua in 30 Paesi diversi, dagli Emirati Arabi Uniti all'Australia, dagli Stati Uniti alla Russia. In totale da oltreconfine arriva tra il 40 e il 50% del fatturato complessivo dell'impresa. Sebbene il mercato sia stato colpito dal conflitto ucraino, ancora oggi bottiglie in vetro e alluminio arrivano a Mosca. «Il commercio sta continuando grazie ad alcuni intermediari che ritirano il prodotto direttamente nello stabilimento», sottolinea il general manager dell'impresa. La Ciociaria può vantare una lunghissima storia sull'acqua minerale: la vicina Fiuggi ne è un esempio. «Ne è un luogo davvero molto ricco, che offre prodotti dalle caratteristiche diverse tra loro», conclude Ricci.

 

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