Paolo Balduzzi
Paolo Balduzzi

Partita doppia/ Il realismo sulle pensioni e la ripresa della natalità

di Paolo Balduzzi
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Martedì 29 Agosto 2023, 00:05

Sarà il caldo dell’estate che dà alla testa; o forse una certa sfiducia generalizzata sulla classe politica, a volte ingenerosa ma spesso alimentata da decenni di errori ripetuti: tuttavia, alcune recenti dichiarazioni del ministro dell’Economia Giorgetti sul futuro previdenziale dell’Italia hanno colto di sorpresa. In senso positivo. 
Sorprendono perché arrivano da un importante esponente della Lega, un partito che della difesa di diritti pensionistici acquisiti ha sempre fatto una battaglia tanto elettorale quanto politica. La spiegazione più probabile è che, messi occhi e mani sul bilancio pubblico e costretto, anche in senso letterale, a fare i conti col futuro, le conclusioni non possono che essere queste. 

Quali sono dunque questi elementi di novità? Il primo: pur mantenendo una pozione che privilegia gli anticipi pensionistici attraverso le cosiddette “quote”, un meccanismo che tiene conto sia di età anagrafica sia di anzianità contributiva (gli anni di lavoro), la nuova posizione apre alla possibilità, di fatto una necessità, di collegare questi anticipi al solo calcolo contributivo. 

Una normalità per chi ha cominciato a lavorare dopo il 1996 e invece un metodo di calcolo duro da far accettare alla classe politica, il cui bacino elettorale è invece formato, principalmente, da lavoratori più anziani e maggiormente garantiti. 

Tanto è vero che per coloro nel 1996 lavorano già da 18 anni, la riforma Dini non si è mai applicata fino al 2012 (attraverso la legge Fornero).

Il passaggio immediato e integrale al contributivo, cioè rinunciando ai cosiddetti “diritti acquisiti” sul vecchio metodo retributivo, sembra essere l’unica possibile soluzione per tenere sotto controllo il sistema pensionistico e al contempo garantire una giusta dose di flessibilità ai lavoratori che, per le ragioni più svariate e spesso anche comprensibili, vogliono anticipare il loro periodo di quiescenza. 

Per i non addetti ai lavori, e semplificando un minimo, il contributivo permette di andare in pensione con una certa libertà e flessibilità (Dini inserì una soglia minima a 57 anni), accettando però che il valore della pensione incassata tenga conto dell’aspettativa di vita al momento del pensionamento.

Assegni più bassi, a parità di condizioni (ammontare di contributi versati), per chi va in pensione prima e assegni più elevati per chi invece lo farà più tardi. 

Tale soluzione sarebbe molto simile alla vecchia versione di “Opzione donna”, nonché a una saggia, e forse per questo poco considerata, proposta di Fratelli d’Italia espressa nei primi mesi di questa legislatura e che venne definita dai giornali “Opzione uomo”, poiché replicava “Opzione donna” anche per il genere maschile. La seconda novità risiede nell’aver compreso come qualunque riforma del sistema previdenziale (ma si potrebbe aggiungere dell’intero stato sociale, sanità in testa), non può sopravvivere senza una precedente ripresa della natalità, che nel nostro paese langue. 

Sia chiaro: pensare di sistemare nell’immediato i conti del “welfare state” cominciando a fare più figli è piuttosto ingenuo, visto che i benefici si avrebbero solo dopo (almeno) un ventennio. La questione riguarda il numero di lavoratori di un paese, non tanto i bambini: nel breve periodo, meglio agire sul tasso di occupazione, specialmente dove è inferiore (al sud e tra le donne), e sulle politiche di immigrazione. 

Tuttavia, per un paese che non ha mai davvero investito sul valore della famiglia, se non a parole, questa presa di coscienza alimenta una piccola speranza. Vedremo cosa ci riserverà il futuro: per chi ha fretta, l’orizzonte temporale più vicino è quello della prossima legge di bilancio, la grande protagonista dell’autunno. Ma è inutile farsi prendere dalla frenesia del tutto e subito: piuttosto, meglio farsi conquistare dalla necessaria lucidità. 
Con la speranza che, per chi ha parlato come per chi ha sentito, non si sia trattato solo di una battuta estiva.

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