Angelo De Mattia
​Angelo De Mattia

Risposte mancate/Quelle critiche (quasi ignorate) sull’Autonomia

di ​Angelo De Mattia
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Domenica 9 Luglio 2023, 00:06 - Ultimo aggiornamento: 19:00

Erano, prima ancora che scadesse il termine per la presentazione, oltre 500 gli emendamenti al disegno di legge, in discussione al Senato, sull’autonomia regionale differenziata, di cui un centinaio di Fratelli d’Italia e di Forza Italia. Anche per questa spinta alla revisione, non ci si dovrebbe cullare nella critica di un presunto sapore politico o nell’assicurante formula del “ce ne faremo una ragione” di fronte alle dimissioni di quattro autorevolissimi giuristi dal Comitato per la disciplina, nell’ambito del progetto per l’autonomia in questione, dei “Lep”, i livelli essenziali delle prestazioni.


Piuttosto, sarebbe doveroso affrontare i rilievi da essi mossi - non come atto ostile, hanno precisato - che si concentrano nell’insoddisfazione per il modo in cui si è affrontata sinora la materia dei “Lep”, secondo l’ultima legge di bilancio, con riferimento alla soglia minima, ma non globalmente e con approfondito riferimento al relativo finanziamento. Si tratta di un aspetto cruciale, dovendo rispondere i livelli in questione alla tutela dei diritti individuali e sociali relativamente alle 23 materie che saranno oggetto, se la legge sarà approvata, della possibile differenziazione tra Regioni a statuto ordinario.

Probabilmente, sui lavori e sul dissenso manifestato dai quattro giuristi, arrivato al punto di non consentire loro di continuare a far parte del Comitato, si esprimerà il presidente professor Sabino Cassese, che finora ha taciuto, anch’egli giurista di chiara fama e diffusamente stimato. Se si segnala un macigno quale quello teste’ indicato, una risposta argomentata, se si è in grado, deve venire soprattutto dal Governo anche perché, se ciò non accade o si tratta di un non adeguato riscontro, allora hanno ragione coloro che vedono il gesto dei dimissionari come l’apposizione di una pietra tombale sul già barcollante progetto di autonomia.

A maggior ragione in questa fase in cui problemi e iniziative importanti incombono, a cominciare dall’inflazione, dai tassi di interesse, dalla crisi energetica, dalla guerra contro l’Ucraina e i suoi impatti, dalla necessità di fare avanzare la realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza: impegni, questi e altri, che vedono e debbono vedere il Paese unitario e coeso, non concentrato in un progetto di sostanziale secessione, per quanto dolce e “sui generis” essa sia.

Del resto, critiche di istituzioni e organi autorevoli a questo progetto non sono mancate. Se pensiamo a quelle della Banca d’Italia, espresse con il tradizionale linguaggio felpato dell’Istituzione, allora ci sarebbe da fermarsi e riflettere. L’autonomia differenziata non deve mettere a repentaglio l’efficienza del sistema produttivo; si devono preservare gli equilibri di finanza pubblica; vanno stabilite regole per la revisione periodica delle aliquote di compartecipazione: le risorse residuanti dalla spesa che risulti inferiore ai fabbisogni dei “Lep” possono essere trattenute, ma vale anche l’inverso, una spesa superiore ai fabbisogni in questione deve essere finanziata con tributi locali.

Devono altresì essere introdotte procedure obbligatorie per la verifica delle spese sostenute. Basterebbero queste considerazioni della Banca d’Italia, strettamente tecniche, per una rivisitazione in generale della proposta. Ma se, poi, si aggiungono valutazioni “macro”, a proposito della possibile differenziazione su scuola, sanità , energia, credito locale, per indicare solo alcuni principali argomenti, si deve dedurre che è l’impianto intero, non solo i “Lep”, da rivedere “ab imis”, fermo restando che tali livelli essenziali dovrebbero vedere l’intervento decisionale del Parlamento dalla “a” alla “zeta”. Comunque il minimo che possa accadere è che nei confronti dei problemi sollevati con le citate dimissioni non si tenga il comportamento fin de non recevoir”. L’ importanza per lo Stato, per la coesione nazionale di decisioni come quelle programmate è tale che non consente alcuna distrazione o pregiudiziale sottovalutazione. 

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