Tredicesime più basse nel 2024, ma cosa accade quest'anno? Gli effetti degli sconti contributivi

Secondo l'ultima versione della legge di Bilancio nel 2024 il taglio del cuneo fiscale non si applicherà alle tredicesime. Alla fine di quest'anno, invece, lo sconto si applicherà al 2% e 3% per i redditi fino a 35mila euro

Una busta paga con tutte le voci fiscali e contributive
di Giacomo Andreoli
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Martedì 31 Ottobre 2023, 16:40 - Ultimo aggiornamento: 19:20

Il prossimo anno le tredicesime saranno lievemente più basse per milioni di italiani. Questo per il combinato disposto della riforma dell'Irpef e dello stop al taglio del cuneo fiscale nella busta paga aggiuntiva. Quest'anno, invece, come previsto dal governo Draghi e confermato da quello di Giorgia Meloni, si applicherà uno sconto contributivo del 3% per i redditi fino a 35mila euro e del 2% per quelli fino a 25mila.

Insomma, il raddoppio del taglio del cuneo voluto dall'attuale esecutivo non si applica alla tredicesima del 2023, per cui rimane la versione del governo precedente. Dal prossimo anno, invece, nessuno sconto, anche se si applicherà l'accorpamento delle prime due aliquote Irpef, limitando la riduzione sull'ultimo cedolino.

Vediamo quindi nel dettaglio cosa succede quest'anno e cosa cambia dal prossimo.

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Tredicesime, cosa cambia nel 2024

Secondo l'ultima versione della Manovra il taglio del cuneo fiscale non avrà effetti sulle tredicesime. L’ipotesi di ridurre il cuneo fiscale anche sulle tredicesime nel 2024 era stata a lungo accarezzata dal governo, ma già all’inizio della scorsa estate l’idea era stata accantonata per ragioni di ordine finanziario. Quest'anno in tredicesima rimarrà il taglio del cuneo fiscale al 3% (per i redditi fino a 25mila euro) e al 2% (per i redditi fino a 35mila euro). Il prossimo anno il taglio sarà azzerato.

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Il taglio dell'Irpef

Stando a queste misure, quindi, gli stipendi calerebbero nel 2024. A farli aumentare, però, è la sforbiciata sull'Irpef. Si procederà con un primo accorpamento delle prime due aliquote. Attualmente si paga il 23% su quello che arriva a 15mila euro l’anno e il 25% da questa soglia fino a quella dei 28 mila euro. Estendendo l’aliquota più bassa, resterebbero comunque ferme le successive due (35% fino a 50 mila euro e 43% al di sopra di questo importo).

In concreto significherebbe: 60 euro in meno di tasse all’anno per chi guadagna 15 mila euro, 100 euro in meno per chi guadagna fino a 20 mila euro e un beneficio fisso pari a 260 euro l’anno per coloro che sono al di sopra della soglia dei 28mila euro di reddito.

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L'effetto complessivo e il caso del Lazio

Il combinato disposto di questi due interventi farà abbassare lievemente le buste paga di fine anno, di una cifra che al massimo sarà di una decina di euro. 

Per gli abitanti del Lazio, però, potrebbe arrivare l'aumento dell'addizionale regionale Irpef, che comporterebbe un aggravio annuo in busta paga fino a 300-400 euro. Sommando i tre effetti ci potrebbe essere una riduzione fino a 160 euro l'anno.

Potrebbero poi essere cancellate o ridotte le detrazioni per chi guadagna tra 100mila e 120mila euro annui (soglia oltre la quale già sono state tagliate).Tra le detrazioni a rischio ci sono quelle relative alle spese per assicurazioni, sport, scuola e università.

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