Stipendi presidi, aumenti da 240 euro al mese: sì al nuovo contratto. Ecco di quanto cresce la busa paga

L’intesa è stata firmata con i sindacati all’Aran. Il presidente Naddeo: «Salari su in media del 3,78%»

Stipendi presidi, aumenti da 240 euro al mese: sì al nuovo contratto. Ecco di quanto cresce la busa paga
di Lorena Loiacono
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Giovedì 14 Marzo 2024, 22:17 - Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 08:36

Via libera al contratto dei dirigenti scolastici: in arrivo un aumento medio di 240 euro e il raddoppio dei trasferimenti. È stata firmata all’Aran da tutte le organizzazioni e confederazioni sindacali rappresentative, l’ipotesi di contratto collettivo nazionale di lavoro dell’area dirigenziale Istruzione e ricerca relativa al triennio 2019-2021.

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Il rinnovo, per cui la trattativa era iniziata il 17 gennaio scorso, interessa circa 6.500 tra dirigenti della scuola, ma anche dell’università, dell’Afam e della Ricerca. «È un contratto – ha sottolineato il presidente Aran, Antonio Naddeo – che contiene numerose innovazioni varate in accordo con le richieste della categoria e riconosce aumenti medi del 3,78%, pari a 240 euro, di cui 195 sulla retribuzione fissa».


I TEMPI
L’ipotesi di contratto prevede infatti un aumento mensile dal Primo gennaio del 2019 di 84 euro, rideterminato dal Primo gennaio del 2020 in 130 euro e dal Primo gennaio del 2021 in 135 euro. Il nuovo valore a regime annuo lordo, per 13 mensilità dello stipendio tabellare, è rideterminato da 45.260,73 in 47.015,73 euro. Dal ministero dell’Istruzione e del Merito spiegano che il valore della retribuzione di posizione - parte fissa, con relativi oneri a carico del Fun - è incrementato a decorrere dal 1 gennaio del 2021 di 60 euro mensili lordi per 13 mensilità e, dunque, è rideterminato in 13.345,11 euro. 


«Con questo contratto – ha commentato il ministro Giuseppe Valditara – vogliamo dare un ulteriore segnale di attenzione nei confronti dei dirigenti scolastici, che con il loro impegno quotidiano rappresentano un pilastro fondamentale del mondo della scuola. La loro valorizzazione passa dal miglioramento delle condizioni lavorative e anche dall’aspetto economico». Per poi aggiungere: «Il mio obiettivo è ridare prestigio e autorevolezza a tutti i lavoratori della scuola perché da loro passa il futuro del nostro Paese». 


Tra le novità principali illustrate dall’Aran c’è la rivisitazione della mobilità interregionale per i dirigenti scolastici: la possibilità di trasferirsi è aumentata dal 30 al 60% dei posti disponibili annualmente, sempre in base ai posti regionali già messi a concorso dall’amministrazione.

Inoltre viene introdotta anche per i presidi la figura del mentore, già prevista negli altri contratti per la dirigenza pubblica, vale a dire un dirigente o un professionista esterno che vada ad affiancare il preside neoassunto durante i primi mesi di servizio. 


Soddisfatti i sindacati: «Valutiamo positivamente il testo dell’ipotesi di accordo - spiega Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi - pur non dimenticando che l’armonizzazione retributiva con i colleghi della stessa area contrattuale non può ancora dirsi raggiunta. Nei prossimi giorni, quindi, chiederemo al ministro Valditara un preciso impegno politico in questa direzione: i dirigenti scolastici meritano quanto prima il pieno riconoscimento del grande impegno che dedicano, senza risparmio, all’educazione delle generazioni future». 


LAVORO AGILE
Tra le richieste avanzate dai sindacati e contenute nel testo, c’è anche l’introduzione, come accade nelle aree dirigenziali del pubblico impiego, della possibilità del lavoro a distanza: «Sono molto interessanti le misure previste per l’estensione anche alla dirigenza scolastica del lavoro agile - ha commentato Ivana Barbacci, segretaria generale Cisl Scuola - ed è stata introdotta per i dirigenti anche l’identità Alias. La conclusione della trattativa consente ora di guardare al successivo rinnovo contrattuale per riallineare i contratti».
 

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