Adolfo Urso: «Eviteremo che i prezzi restino alti senza motivo»

Il ministro per le Imprese e il made in Italy: «Per gli alimentari, gli aumenti dovranno cessare con il calo dell’inflazione. Al lavoro sui carburanti»

Adolfo Urso: «Eviteremo che i prezzi restino alti senza motivo»
di Luca Cifoni
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Sabato 5 Agosto 2023, 00:08

Favorire ulteriormente la discesa del livello generale dei prezzi, ma soprattutto evitare che una volta esaurita la spinta dell’inflazione molti prodotti restino in vendita a un costo ancora alto. Per il ministro Adolfo Urso è questo l’obiettivo del protocollo per il “trimestre anti-inflazione”, che inizierà il primo ottobre. Nel quale - è la speranza del titolare del dicastero delle Imprese e del made in Italy - potrebbero essere coinvolti anche i settori industriali che per ora si sono sfilati.

Al protocollo hanno aderito le aziende del commercio e della distribuzione, ma non quelle della trasformazione.
«C’è stata un’adesione corale della piccola, media e grande distribuzione, del mondo dell’artigianato e delle Pmi ed anche di farmacie e parafarmacie. Quest’ultimo è un fatto significativo perché riguarda i prodotti per l’infanzia per i quali era stata già decisa la riduzione dell’Iva, che però non sempre si è trasferita ai consumatori. Dispiace che non ci siano invece associazioni significative dell’industria alimentare, ovvero del settore in cui ci sono stati i maggiori aumenti dei prezzi».

Cosa dice a chi ha scelto di non partecipare?
«Rispetto la loro decisione, anche se naturalmente mi dispiace. Ognuno è libero di aderire o meno, ma da qui a settembre c’è ancora tempo per l’accordo definitivo e quindi alcune riserve si potrebbero superare».

Quali sarà l’effetto concreto sui prezzi?
«Dobbiamo accentuare ancora la discesa già in atto, portare l’inflazione a un livello naturale, che naturalmente non è uguale in tutti settori.

Soprattutto dobbiamo evitare che si ripeta quel che era accaduto nel 2007-2009, quando dopo la fiammata inflazionistica alcuni prezzi si mantennero a un livello alto, senza scendere. E ci sono ancora altri ambiti in cui intervenire: ad esempio in tema di carburanti ci stiamo concentrando sulla raffinazione, nella quale si realizzano i maggiori incrementi. Ci muoveremo con la moral suasion e se necessario anche con le denunce».

Veniamo al decreto legge atteso per lunedì. Le limitazioni agli algoritmi usati per assegnare i posti sugli aerei si tradurranno in un contenimento dei prezzi?
«Con il nostro monitoraggio abbiamo individuato una serie di fenomeni distorsivi del mercato. Di fatto le compagnie mettono all’asta i posti liberi e in questo modo i prezzi schizzano alle stelle. Noi interveniamo su questo. Ma poi ci sono anche altre misure. Uno dei temi è quello della contiguità territoriale. La commissione europea sta fissando il principio per cui, per le destinazioni entro i 500 chilometri per le quali esiste un collegamento ferroviario di qualità, non sarà più possibile prendere l’aereo. Obiettivo del governo è aggiungere un altro principio: se non c’è un’alternativa ferroviaria adeguata al volo nei centri superiori a 500 km, va considerato senza contiguità territoriale, come è oggi per le isole: deve essere possibile anche per queste tratte fare gare in concessione, in nome proprio della mancata contiguità territoriale»

E quali sarebbero i benefici?
«Con le gare in concessione è possibile determinare tariffe massime. E questo ci permetterebbe di fissare un tetto al costo dei voli non solo per Sicilia e Sardegna»

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Il pacchetto sui taxi quante possibilità ha di evitare le scene che si sono viste in queste settimane nelle città italiane?
«Il decreto introduce una forte semplificazione per l’attivazione delle seconde guide. Inoltre permette alle grandi città e a quelle sede di aeroporto internazionale, dove quindi si riversano i flussi turistici, di organizzare concorsi straordinari per incrementare il numero delle licenze fino ad un massimo del 20 per cento, con precedenza a coloro che sono già titolari o hanno svolto la funzione di sostituto. In più c’è la possibilità di assegnare licenze temporanee in concomitanza con eventi straordinari, come il Giubileo a Roma o le Olimpiadi di Milano-Cortina. Qualche modifica si potrebbe poi apportare in sede parlamentare».

Non è ancora la riforma definitiva del settore.
«No, ma in accordo con il collega Salvini e insieme al Parlamento vogliamo far iniziare un percorso legislativo, nel confronto con le categorie interessate e con i sindaci. Il riassetto comprenderà anche i decreti attuativi sul tema Ncc, che sono attesi da anni. E poi c’è un’altra novità importante già in questo provvedimento: sia per i taxi che per gli Ncc prevediamo incentivi straordinari per l’acquisto di veicoli eco-sostenibili. L’obiettivo è rinnovare il parco macchine. Ma in generale, vorrei dire una cosa: ora giustamente stiamo intervenendo sui problemi, ma questi problemi derivano da un fatto molto positivo che spesso non viene considerato».

 

Cosa c’è di positivo nella mancanza di taxi o nei biglietti arei a caro prezzo?
«L’aumento dei flussi turistici, che in Italia è stato ancora maggiore di quello registrato in altri Paesi. E si tratta spesso di turisti di fascia alta, che spendono, come ad esempio i nordamericani. Noi siamo la seconda potenza agricola in Europa dopo la Francia e la seconda industriale dopo la Germania. In questi due settori difficilmente potremo diventare primi, mentre nel turismo l’obiettivo è a portata di mano. Davanti a noi c’è una serie di eventi straordinari: il Giubileo del 2025, poi le Olimpiadi di Milano-Cortina, quindi altri eventi sportivi e, se sarà assegnato a Roma, l’Expo del 2030. Poi arriverà il Giubileo del 2033, che da solo potrebbe attirare 60 milioni di pellegrini. E sottolineo proprio il ruolo della Capitale, che in base al muovo assetto di Ita-Lufthansa (che io spero possa tornare a chiamarsi Alitalia) diventerà l’hub del Mediterraneo. Vuol dire un’occasione ulteriore per i viaggiatori internazionali di passare da Roma e magari di fermarsi e poi, se saranno ben accolti, di tornare».

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