«Abbiamo chiuso con forte domanda da investitori di grande qualità il collocamento del nostro aumento di
capitale, che dà il via a Progetto Italia, un bellissimo progetto di investimento per il futuro e successo per il nostro
Paese», ha detto Pietro Salini, ad Salini Impregilo. «Sono particolarmente contento - ha sottolineato - della partecipazione all'aumento di capitale di Del Vecchio».
Salini Costruttori, Cdp Equity e le banche finanziatrici (Intesa Sanpaolo, UniCredit e Banco Bpm) si sono impegnati, con un lock-up di 6 mesi, alla sottoscrizione fino a 450 milioni, ripartiti rispettivamente in 50 milioni, massimi 250 milioni e massimi 150 milioni. Cdpe ha esercitato il 5 novembre la facoltà di richiedere un'allocazione minima tale da consentire di sottoscrivere un numero di nuove azioni rappresentative di almeno il 12,5% del capitale ordinario. A garantire per i restanti 150 milioni, per cui si sono assunti l'onere di procurare sottoscrittori anche Banca Finnat e Equita Sim, sono state Bofa Securities, Citigroup e Natixis.
Il via all'aumento di capitale è arrivato dal cda di Salini Impregilo, delegato lo scorso 4 ottobre dall'assemblea straordinaria anche alle modifiche dello Statuto, preliminari alla nuova governance per Progetto Italia. Due passaggi, aumento e modifiche, che rientrano nell'accordo dello scorso 2 agosto. Passaggi ulteriori saranno la scelta di un nome societario più internazionale, per cui è in corso uno studio che dovrebbe portare i suoi frutti entro fine anno, al massimo a inizio 2020, e la presentazione di un piano industriale, mentre si attendono i tempi della giustizia per il salvataggio di Astaldi, i cui obbligazionisti hanno intanto contestato la proposta di concordato preventivo, inviando una settimana fa richieste di chiarimento a Astaldi, a Salini e ai commissari giudiziali.
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