I porti e la riforma. Il ministro Salvini: «Collegare le banchine con gli assi viari è la priorità. La vera decarbonizzazione significa favorire l'intermodalità»

Nell'Aula dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati l'evento per i 30 della riforma del sistema portuale, celebrati da Assoporti e Comando generale delle Capitanerie

I porti e la riforma. Il ministro Salvini: «Collegare le banchine con gli assi viari è la priorità. La vera decarbonizzazione significa favorire l'intermodalità»
4 Minuti di Lettura
Sabato 24 Febbraio 2024, 18:07 - Ultimo aggiornamento: 18:26

«Per i porti italiani e non solo il 2023 non è stato un anno particolarmente positivo. I dati che emergono ci dicono che è stato difficile sia sotto il profilo del traffico merci le cui tonnellate sono complessivamente calate del 3%, sia dal punto di vista della movimentazione dei contenitori scesa, nello stesso periodo, del 4,4%. Questo perché le crisi internazionali hanno inciso pesantemente sul traffico delle merci, anche se è andata meglio per il turismo con crociere». Cosi il vicepremier Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, in occasione dell'evento, il 22 febbraio, che ha ricordato i 30 anni dalla riforma del sistema portuale, con l'entrata in vigore della legge 84/94 che ha istituito le Autorità portuali e il Comando generale delle Capitanerie di porto, che ha organizzato l'evento insieme ad Assoporti. «Per il futuro - ha aggiunto tra l'altro il ministro Salvini  in un videomessaggio - intendiamo agevolare la modernizzazione delle infrastrutture, collegare le banchine con gli assi viari è la priorità. La vera decarbonizzazione significa favorire l'intermodalità e la realizzazione di scali moderni e funzionali».​ 

Il Covid prima e la crisi del Mar Rosso oggi hanno obbligato i porti a riorganizzare la logistica, messa a dura prova in questi anni anche dai blocchi del Mar Nero conseguenti alla guerra in Ucraina arrivata a due anni di conflitto. Il sistema portuale non si è fermato mai e ha dovuto fare dell’emergenza il suo quotidiano.

In questo scenario - in un’ottica Italia ma anche Europa e Mediterraneo - si gioca il ruolo delle Autorità di sistema portuale, ora verso un piano di riforma.  Una governance del sistema mare. 

«La portualità nel nostro Paese ha sempre assunto un ruolo di rilevanza a livello geopolitico ed economico. Il trasporto marittimo attrae una quota variabile tra l'80% e il 90% dell'intero commercio mondiale, in termini di volume, e del 70% in termini di valore», ha ricordato del Presidente della Camera dei Deputati Lorenzo Fontana aprendo i lavori ospitati proprio nell'Aula dei Gruppi Parlamentari.

 

La riforma, dunque. «​Le nostre Autorità portuali sono eccellenze a livello europeo - ha sottolineato Edoardo Rixi, vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti - Abbiamo bisogno di norme affinché le best practice possano diventare patrimonio comune. Abbiamo anche la necessità di una sincronia sempre maggiore tra ministeri sul sistema del lavoro portuale, della cantieristica, dell'industria navale: temi complessi per la legislazione italiana». 

Il Presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri, ha sottolineato come «da 30 anni le Autorità portuali e il Comando Generale delle Capitanerie di Porto lavorano insieme per lo sviluppo dei principali porti italiani. Il mondo è in continua trasformazione e la portualità moderna si trasforma di conseguenza. Come Autorità di Sistema Portuale, stiamo lavorando molto anche in considerazione dei fondi a disposizione dal Pnrr e del fondo complementare per rendere i porti ancora più innovativi e sostenibili. La filiera marittima e portuale funziona grazie a tutti gli stakeholder del settore, fatto di persone che operano in porto in collaborazione, con un’organizzazione certa che ha sempre garantito il suo funzionamento».

Il Comandante Generale Nicola Carlone, soffermandosi sulle prospettive di sviluppo delle Capitanerie di porto-Guardia Costiera, ha sottolineato come «le linee di indirizzo e gli assetti strategici del Corpo devono necessariamente passare attraverso l’evoluzione digitale e il suo impatto nel mondo dello shipping. La sfida è quella di innovare i servizi, dotarsi di un nuovo modello operativo e di un moderno assetto organizzativo al fine di migliorare i servizi forniti ai cittadini in termini di semplicità, innovazione ed efficienza, e tutto questo si realizza grazie alle 11.000 donne e uomini della Guardia Costiera che affrontano con passione, competenza e professionalità il proprio quotidiano lavoro al servizio del Paese». Un numero destinato a salire. «Le Capitanerie di Porto svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo del traffico portuale in Italia - ha detto Salvini - Stiamo lavorando per arrivare entro il 2030 a 15mila persone in forze alla nostra Guardia Costiera». 

Tra la sottolineata necessità di una riforma e le eccellenze già esistenti è emerso un quadro complesso, anche in ottica Mediterraneo ed Europa, perché l'attualità preme, attraverso gli interventi, a partire da Pino Musolino, presidente dell'associazione Medports, che rappresenta 200 scali del Mediterraneo, e dell'Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centro-Settentrionaledi (e quindi di Civitavecchia), e da Zeno D'Agostino, presidente di Espo, l'organizzazione degli scali europei, e alla guida dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico. «Nell’età dell’incertezza, abbiamo la certezza che i porti italiani ci sono e ci saranno, carichi come sempre», ha poi rilanciato lo stesso Musolino i temi del confronto. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA