Secondo le autoscuole si passerà dai 700 euro medi di adesso a circa 850 euro. Il calcolo arriva dopo la risoluzione dell'Agenzia delle Entrate che ha revocato il regime di esenzione Iva per le lezioni di teoria e pratica delle autoscuole. A pesare sulle autoscuole è anche la retroattività del provvedimento, nelle annualità fiscali aperte (le ultime 5). Sono 3,8 milioni le patenti conseguite dal 2014 al 2018 e le autoscuole, non potendo imporre tasse ai loro ex allievi, dovranno provvedere, nello scenario peggiore, di tasca propria.
La decisione dell'Agenzia delle entrare ha messo sul piede di guerra le autoscuole: Confarca, la Confederazione Autoscuole Riunite e Consulenti Automobilistici, ha subito annunciato una mobilitazione nazionale e si è detta preoccupata anche per la retroattività del provvedimento.
Tutto ha origine dalla sentenza del 14 marzo scorso della Corte di Giustizia Ue che ha escluso dall'esenzione Iva le
lezioni di scuola guida «in quanto questa categoria di insegnamento non rientra in quelle di ambito scolastico o
universitario». Un pronunciamento ricordato dall'Agenzia delle Entrate in risposta al quesito di un contribuente, che aveva chiesto chiarimenti in merito, ritenendo peraltro di essere legittimato ad operare ancora in regime di esenzione di Iva per lo svolgimento di attività didattiche per l'abilitazione alla guida di veicoli a motore. I corsi pratici e teorici necessari al suo rilascio, quindi, devono, sottolinea la risoluzione, considerarsi imponibili agli effetti dell'Iva. Non solo, ma il provvedimento ha efficacia retroattiva.
Un punto, quest'ultimo, che ha allarmato il presidente di Confarca, Paolo Colangelo, che ha posto l'accento sulla «conseguenziale regolarizzazione delle patenti già conseguite e fatturate secondo il regime in vigore dell'epoca», e sui possibili danni irreversibili per molti operatori. Ma non è tutto. A giudizio della Confederazione «si rischia di allontanare i giovani dalla possibilità di accedere a un corso di guida, minando seriamente tutti gli sforzi fatti fino ad oggi per la sicurezza stradale». «Chiediamo fin da subito - afferma Colangelo - che si trovi quanto prima un rimedio a questa risoluzione, che incide tra l'altro in maniera pesante su un settore già in piena difficoltà, sia per la crisi economica che per i disservizi che gli operatori sono costretti a fronteggiare sul territorio nazionale. Nel frattempo abbiamo chiesto alla categoria di rimanere compatta, e di muoversi con cautela per non incorrere in pesanti sanzioni».
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