Intesa-Ubi, 5mila uscite volontarie e 2.500 assunzioni entro il 2023

Intesa-Ubi, 5mila uscite volontarie e 2.500 assunzioni entro il 2023
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Mercoledì 30 Settembre 2020, 13:00 - Ultimo aggiornamento: 17:18
Via all'integrazione fra Intesa Sanpaolo e Ubi. L'istituto e i sindacati hanno siglato la scorsa notte un accordo che prevede almeno 5.000 uscite volontarie entro il 2023, con l’accesso al pensionamento o al Fondo di Solidarietà da parte delle persone del gruppo. L'intesa prevede anche 2.500 assunzioni, sempre entro il 2023.

«Entro il 2023 - si legge in una nota di Intesa sanpaolo - saranno effettuate assunzioni a tempo indeterminato nel rapporto di un’assunzione per ogni due uscite volontarie, fino a comunque 2.500 assunzioni, a fronte delle almeno 5.000 uscite volontarie previste, non computando a tal fine le uscite delle persone che saranno trasferite per effetto dei trasferimenti di rami di azienda».

Le assunzioni, sottolinea l'istituto, «saranno destinate a sostenere la crescita del Gruppo e le nuove attività, avendo attenzione al supporto alla Rete e alle zone svantaggiate del Paese, anche attraverso la “stabilizzazione” delle persone attualmente in servizio con contratto a tempo determinato. Il Gruppo prevede che almeno la metà delle assunzioni riguardi le province di insediamento storico di Ubi Banca (Bergamo, Brescia, Cuneo e Pavia) e il Sud Italia».

L’accordo prevede che le uscite anticipate riguarderanno chi abbia maturato i requisiti di pensionamento entro il 31 dicembre 2026, incluse le regole di calcolo cosiddette Quota 100 e Opzione donna. 

«L’accordo siglato oggi, dopo un negoziato rapido ed efficace, permette di raggiungere un risultato basato, per entrambe le parti, sulla volontà di tutelare l’occupazione, di favorire lo sviluppo professionale delle persone, di rispettarne le aspirazioni ha sottolineato Carlo Messina, consigliere delegato e ceo di Intesa Sanpaolo -. In un quadro generale segnato da una notevole complessità, confermiamo l’assunzione, a tempo indeterminato, di 2.500 giovani. I nuovi ingressi potranno sostenere la crescita del Gruppo e le sue nuove attività; presteremo attenzione particolare al sostegno alle nostre reti territoriali e alle zone svantaggiate del Paese. Il nostro grazie va alle sigle sindacali per il rapporto solido e costruttivo stabilito negli anni: una volta di più ha portato a risultati positivi per l’occupazione e alla conferma dei piani di sviluppo di Intesa Sanpaolo, rafforzati sin da ora dalle competenze e professionalità delle persone provenienti da Ubi, nella prospettiva di un’ulteriore affermazione della propria leadership in Europa».

Per i segretari nazionali Uilca Mariangela Verga e Giuseppe Bilanzuoli, «l’intesa raggiunta soddisfa le aspettative e le richieste del sindacato di gestire le uscite su base esclusivamente volontaria e di ottenere assunzioni che tengano conto soprattutto delle esigenze della rete e dei territori. Rappresenta inoltre una grande opportunità per il Paese, soprattutto in questo periodo di crisi occupazionale accentuato e reso più duro dalla pandemia che stiamo attraversando. Adesso aspettiamo di affrontare le ulteriori fasi dell’integrazione che monitoreremo con attenzione e costanza». L’accordo, aggiungono Verga e Bilanzuoli, «conferma il buon livello delle relazioni industriali con il Gruppo Intesa Sanpaolo che, da sempre, ha consentito di raggiungere intese nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori, dell’azienda e del Paese ed è un’ulteriore testimonianza del valore del Fondo di Solidarietà quale strumento indispensabile per la gestione delle ricadute occupazionali».

«Non ci sono ricadute sociali ne sulle condizioni di lavoro di alcun genere ma abbiamo gettato le basi per lo sviluppo professionale ed economico del lavoratori di tutto il nuovo gruppo - ha affermato il segretario nazionale della Fabi e coordinatore del gruppo Intesa, Giuseppe Milazzo -. Abbiamo prestato la massima attenzione ai lavoratori Ubi che saranno ceduti a Bper». «Questo è accordo è il primo passo del nuovo gruppo Intesa con un primo importante obiettivo che è l'integrazione dei 20.000 dipendenti Ubi», ha commentato il coordinatore della Fabi del gruppo Ubi, Paolo Citterio.
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