"Stiamo aumentando la produzione da giacimenti che abbiamo già, non trivelliamo niente, e se va bene da 3 miliardi di metri cubi arriveremo a 5". "Stiamo installando due nuovi rigassificatori galleggianti da 5 miliardi di metri cubi ciascuno", ha aggiunto. Il ministro ha sottolineato che "non c'è una soluzione che ogni Paese può gestire a modo suo", auspicando "una risposta europea che va concertata". "Dobbiamo tenere conto che i Paesi partono da situazioni e circostanze locali completamente diverse: l'Italia ha il 95% di gas importato e circa la metà dalla Russia e ha un energy mix stretto fatto di gas e rinnovabili, con il primo che vale due terzi circa che ci rende fortemente legati alla Russia". "Ormai la manifesta inaffidabilità di questa partnership richiede un cambiamento molto forte", ha dichiarato il ministro.
"Non appare ufficialmente in collaborazioni bilaterali però mai come in questo momento stiamo operando con la Francia per cercare di mitigare un po' la situazione drammatica che tutti conoscete e la conseguente crisi energetica", ha affermato. "Credo che se la nostra strategia andrà in porto noi già per la fine di quest'anno avremo una considerevole quota di gas che fluirà, riusciremo a fare gli stoccaggi, i 12 miliardi di metri cubi che ci servono, e credo ragionevolmente in un tempo che va da 24 a 36 mesi da oggi dovremmo essere indipendenti".
Cingolani ha comunque rassicurato sulla tenuta della rete energetica nazionale. "Se dovesse essere interrotto domani il gas dalla Russia, noi non avremmo un problema immediato – aveva spiegato Cingolani in mattinata ospite a Mattino 5 – perché per tre, quattro mesi abbiamo delle riserve. Il problema è prepararsi all'inverno".
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