Montagna, fatturato a 1,5 miliardi e 250 milioni di investimenti. L'Anef: ora aiuti e meno burocrazia

Una immagine delle piste e degli impianti delle Tofane a Cortina
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Lunedì 2 Ottobre 2023, 15:57 - Ultimo aggiornamento: 3 Ottobre, 18:57

Circa 1,5 miliardi di fatturato, 400 aziende, 15mila persone occupate, di cui un terzo a tempo indeterminato, e il 13% dei pernottamenti alberghieri italiani, la maggior parte legati alla stagione invernale. Sono i numeri dell'industria della montagna, 1.500 impianti di risalita e 3.500 chilometri di piste autorizzate su 90 km quadrati di territorio, pari allo 0,07% del totale dello spazio occupato dalle terre alte italiane. A tracciare un bilancio del settore è stata Valeria Ghezzi, presidente dell'Associazione nazionale esercenti funiviari (Anef), nel corso dell'assemblea annuale dell'organizzazione che riunisce i gestori degli impianti tenutasi venerdì scorso sul mare di Bibione, nel comune di San Michele al Tagliamento, in provincia di Venezia.

A un paio di mesi dall'inizio della stagione sciistica, archiviato lo stop dovuto alla pandemia, il focus degli impiantisti è stato sulla sostenibilità delle imprese funiviarie, sulla destagionalizzazione dell'offerta turistica e sul dialogo con le istituzioni. «La montagna è un valore trasversale, non è né di destra né di sinistra ma è una comunità che dobbiamo tutelare e difendere e a cui dobbiamo dare l'opportunità di lavorare», ha spiegato la presidente dell'Anef.

Gli impiantisti escono da anni complicati, prima la pandemia che ha cancellato un'intera stagione, poi il caro energia che aveva preoccupato molto all'avvio dell'anno scorso ma che tuttavia non ha impedito di chiudere il periodo 2022-2023 con numeri in crescita. Ghezzi ha parlato di un anno «ottimo, nonostate la scarsità di neve». In vista dell'inverno scorso le imprese funiviarie hanno investito oltre 250 milioni di euro negli impianti e ora chiedono il supporto delle istituzioni per ammodernare gli impianti di risalita e di innevamento e misure per calmierare il prezzo dell'energia e delle materie prime. «Aiuti concreti che andrebbero accompagnati da una semplificazione burocratica», insiste l'Anef.

«Questo è un settore fondamentale del turismo italiano, gli impiantisti sono un pilastro del turismo italiano che merita tutta l'attenzione - ha sottolineato Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria -.

La domanda che dobbiamo porci è: senza gli impianti di risalita quante persone sarebbero in grado di godere della montagna?».

Per quanto riguarda la sostenibilità e l'adattamento al cambiamento climatico, Ghezzi ha voluto citare alcuni numeri sul consumo di acqua ed energia. «Utilizziamo circa 26 milioni di metri cubi di acqua, corrispondenti all'1 per mille del fabbisogno totale di acqua in Italia», ha sostenuto. «Il consumo di energia annuo - ha aggiunto - è pari a 357 milioni di kwh (contro i 316 miliardi di kwh a livello nazionale, quindi l'1,2 per mille e almeno il 40% deriva fa fonti di energia rinnovabile certificate)», sono state ancora parole di Ghezzi. «Il nostro impatto sul territorio non è negativo ma porta valore aggiunto», ha osservato ancora la presidente dell'Anef, che ha poi aggiunto: «La neve programmata ha allungato la stagione da 100 a 130 giorni, ci siamo sempre adattati e ci adatteremo».

Intanto si guarda alle funivie come mezzi di trasporto da sfruttare non solo per lo sci. A sottolinearlo è stato soprattutto l'assessore regionale del Veneto a Fondi Ue, turismo, agricoltura e commercio estero, Federico Caner, che vede «gli impianti a fune come un mezzo di trasporto locale, che funzioni anche d'estate, altenativo all'auto sui passi alpini»

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