L'obiettivo dell'iniziativa, si legge in una nota, è preservare le due società, assicurarne la continuità aziendale e il rilancio in un settore che vede il nostro Paese eccellere a livello internazionale. Secondo quanto risulta al Messaggero, lo schema dell'operazione da realizzare con una Newco prevede che Gsi e Opas abbiano il 33%, Casillo il 33%, Intesa Sp il restante 24% attorno al quale potrebbe coinvolgere qualche altro soggetto industriale. L'investimento si attesta a 80-90 milioni. La proposta subordina l'operazione a una serie di condizioni, tra cui l'effettuazione di una due diligence propedeutica alla stesura di un nuovo piano con la cintura del tribunale. Questa proposta è alternativa al piano Ferrarini-Pini. La richiesta di Ferrarini del 20 settembre di anticipare l'adunanza dei creditori da una parte, e l'istanza di revoca del concordato preventivo depositata dal commissario di Vismara tre giorni dopo, dall'altra, hanno fatto emergere la gravità dell'attuale situazione, esponendole conseguentemente al rischio di imminente interruzione delle attività aziendali.
Per questo motivo, ieri, i rappresentanti della cordata hanno inviato una lettera agli organi societari di Ferrarini e Vismara (e per conoscenza ai commissari giudiziali) sottolineando come da tempo e più volte sia stato manifestato l'interesse di realizzare un'operazione industriale unitaria, finalizzata a preservare le due aziende ma anche a tutelare i creditori e tutti gli altri stakeholders oltre a salvare un'eccellenza del made in Italy.
r. dim.
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