Negli allegati al Dpcm viene confermata una capienza massima per il Tpl "non superiore all'80%" che però, fanno notare dal Cts, in molti casi si è già tradotta nel 100%. Per tale ragione gli scienziati avevano chiesto che si tornasse a un'occupazione del 50%, percentuale che, secondo l'Associazione delle aziende del Tpl (Asstra), lascerebbe però a piedi circa 275mila persone al giorno. Da qui lo scontro con le Regioni che in diversi casi hanno acconsentito a ridurre la capienza solo a fronte dell'introduzione della didattica a distanza per gli studenti delle superiori. "Non c'erano e non ci sono ora i presupposti. Per la scuola abbiamo fatto tanti sacrifici in termini di investimento di risorse e impegno per consentire ai ragazzi di tornare a scuola in condizioni di sicurezza e continueremo a farlo" ha riposto Conte.
In tale scenario una soluzione arriva dal Cts che, nell'ultima riunione con il ministro della Salute Roberto Speranza, ha ribadito "l'assoluta necessità" dei controlli su bus e metropolitane e ha rilanciato una serie di proposte fatte già a maggio, come orari di ingresso e uscita scaglionati per uffici e scuole superiori, apertura delle Ztl, ulteriore potenziamento dello smart working. Misure che consentirebbero di alleggerire la pressione sui mezzi pubblici e potrebbero essere introdotte dal Governo ben prima della scadenza del Dpcm fissata al 13 novembre. Tematiche che nelle prossime ore saranno sul tavolo convocato dal ministro delle infrastrutture e trasporti Paola De Micheli per fare un aggiornamento del monitoraggio periodico dei flussi dei passeggeri che utilizzano i mezzi pubblici, analizzare alcune situazioni problematiche riportate in questi giorni sui canali social, relative ad assembramenti a bordo dei mezzi e all'interno delle stazioni, e – insieme alle associazioni rappresentative delle aziende del Trasporto Pubblico Locale, ai rappresentanti della Conferenza delle Regioni, di Anci e di Upi – ipotizzare i primi interventi. "Non abbiamo ancora una proposta – dicono dalla commissione trasporti della Conferenza delle Regioni – per abbassare la capienza occorre incrementare le linee ma bisogna avere materialmente le risorse necessarie". Le Regioni chiedono almeno 300 milioni e non è escluso che il tema finisca anche sul tavolo della Stato-Regioni in programma giovedì prossimo.
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