Ci sono gli appalti comuni su base volontaria e gli stoccaggi regionali congiunti di gas nella proposta per fronteggiare il caro-energia che la Commissione europea ha presentato ieri nel quadro della nuova ondata di proposte del Green Deal, e su cui i leader dei Ventisette si confronteranno durante il Consiglio europeo di oggi a Bruxelles. Potranno essere attivati solo in situazioni di emergenza - cioè quando le forniture saranno a rischio, e non in caso di difficoltà sul mercato, chiarisce l'esecutivo Ue -, ma è comunque una vittoria per il fronte del Sud Europa guidato da Italia, Spagna e Francia, che negli ultimi due mesi aveva insistito molto sulla necessità di mettere in campo un'azione congiunta per far fronte all'allarme caro-energia, sulla base dell'esperienza maturata con l'acquisto centralizzato dei vaccini. Il tema tornerà oggi sul tavolo del summit e sarà (di nuovo) braccio di ferro tra gli Sud e Nord Europa, con i secondi - per l'occasione capeggiati dalla Germania - convinti che non serve intervenire in maniera massiccia sul funzionamento del mercato dell'energia.
IL MECCANISMO
Per questo il meccanismo volontario, si legge nel testo, dovrà essere in linea con le regole esistenti e con quella della concorrenza, e rimanere sempre aperto alla successiva partecipazione di altri Stati membri. «Dovremo rassegnarci a un aumento strutturale del prezzo dell'energia - ha detto ieri intervenendo al Senato il premier Mario Draghi, prima di partire per Bruxelles -. Si impone quindi una riflessione strutturale», che parte dagli acquisti congiunti degli stock e passa per «il miglioramento delle interconnessioni».
Il pacchetto svelato ieri dal vicepresidente esecutivo della Commissione e titolare del Green Deal Frans Timmermans e dalla commissaria all'Energia Kadri Simson prevede pure misure per creare le condizioni per il passaggio dal gas naturale fossile a gas rinnovabili e a basse emissioni di CO2, in particolare biometano e idrogeno.
Timmermans anche presentato in dettaglio la proposta di direttiva sulla performance energetica degli edifici.
LA STRETTA
Nella stretta di Bruxelles previsto anche lo stop alle caldaie a gas entro il 2040: in vista di quella data, gli impianti alimentati a combustibili fossili non potranno più beneficiare di sostegno pubblico a partire dal 2027. Investimenti che saranno invece necessari «per salvaguardare i soggetti più vulnerabili», ha detto Simson: per sostenere l'ondata di ristrutturazioni si potrà attingere, tra gli altri, ai finanziamenti europei all'interno dei vari Recovery Plan (disponibili 61 miliardi di euro) e dei Fondo sociale per il clima (144 miliardi). «Investire in rinnovamenti contribuirà ad abbassare le bollette che le famiglie devono pagare», ha chiosato Timmermans.