Le compagnie aeree parzialmente sotto proprietà di entità britanniche avranno a disposizione sei mesi per «fare il necessario per raggiungere una maggioranza di proprietà e di controllo di entità Ue». La decisione riguarda la società nata dalla fusione di Iberia e British Airways, con il 45% della prima e il 55% della seconda. La società si chiama International Airlines Group. Le misure di emergenza per il settore aereo in caso di “no deal”, ribadisce la Commissione, non possono attenuare l'impatto generale di uno scenario di «non accordo» per la Brexit nè compenseranno in alcun modo la mancanza di preparazione o assicureranno tutti i benefici dell'adesione alla Ue o le condizioni favorevoli di qualsiasi periodo di transizione, come previsto nell'accordo di revoca tra Ue e Regno Unito.
Si tratta di misure di natura temporanea, di portata limitata e saranno adottati unilateralmente dalla Ue.
Per questo non possono essere considerati “mini-accordi” e non sono stati negoziati con il Regno Unitò. Di conseguenza, ecco il punto, «la continuazione di tutti i servizi di trasporto aereo esistenti alle stesse condizioni in cui vengono forniti oggi non può essere garantita». Il testo del regolamento dovrà ancora essere formalmente approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Come parte dello stesso pacchetto, la Commissione ha anche proposto un regolamento che attua misure di emergenza nel settore della sicurezza aerea. In particolare, garantisce che le compagnie aeree Ue e gli altri operatori aerei possano continuare a gestire aeromobili che contengono parti fabbricate o servite nel Regno Unito. La commissaria ai trasporti Violeta Bulc ha accolto favorevolmente l'accordo: «Sarà garantita la connettività aerea di base tra gli aeroporti della Ue e del Regno Unito, a condizione che il Regno Unito conceda lo stesso trattamento alle compagnie aeree della Ue, il che significa che i passeggeri Ue potranno ancora viaggiare in aereo in caso di un “no-deal”».
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