Bonifiche ambientali, arriva la nuova tecnologia green per ridurre l'inquinamento in mare, nell'industria e nelle raffinerie di petrolio

A brevettarla è la startup Akka2o. Il numero uno, Antonio Forte, spiega a Il Messaggero, che si tratta di «una tecnologia unica al mondo, in grado di ridurre sostanzialmente l'impatto inquinante»

La raffineria di Trecate, vicino Roma
di R. Ec.
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Mercoledì 24 Gennaio 2024, 21:57 - Ultimo aggiornamento: 27 Gennaio, 15:54

Arriva un nuovo formulato chimico certificato per le bonifiche ambientali. Una tecnologia innovativa ambientalmente sostenibile, che potrebbe rivoluzionare le operazioni di riduzione dell'inquinamento in mare, nell'industria e nelle raffinerie di petrolio. Il formulato, biodegradabile, atossico, è in grado di degradare al livello molecolare gli idrocarburi anche attivando i batteri dell'ambiente circostante, senza asportare il materiale inquinato. A brevettarlo è stata la start up Akka2o Green Pojects (creata appena due anni fa). Le applicazioni sono molteplici e come spiega a Il Messaggero il numero uno della società, Antonio Forte, «si tratta di una tecnologia al momento unica in tutto il mondo». 

Il formulato si può infatti usare per le bonifiche ambientali (terreno e acqua) e quelle industriali (dalla pulizia di stabilimenti che trattano bevande come i birrifici, a quelle di porti e mezzi di trasporto vari), fino agli sversamenti in situazioni di emergenza. «Siamo in grado - spiega Forte - di attivare un bio-risanamento che in natura ha tempi bilbici (oltre 50 anni), anche a 30-40-50 giorni nelle forme di inquinamento più lievi e fino a 3-4 mesi di risanamento. Si tratta di quel processo all'avanguardia che l'Unione europa ci sta chiedendo di fare negli ultimi tempi, nell'ambito dell'eliminazione delle discariche». Il formulato agisce infatti come un chimico estremo, ma in realtà contiene solo lo 0,017% di prodotti del genere, di solito invece i densativi arrivano fino al 20% della composizione.

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Gli obiettivi di Akka2o nel 2024

Quest'anno la startup sarà impegnata con operazioni importanti al livello di autorità portuali, a partire dal mar tirreno ligure (con la depurazione dei fanghi di dragaggio). C'è poi la bonifica dello sverasamento nel Lago Maggiore da completare dopo la fase di emergenza e altri interventi di pulizia in dieci città del Centro-Nord, così come in Francia e in Serbia (con il 20-25% dell'attività all'estero).

«Poi - aggiunge Forte - stiamo affrontando un capitolo importante come la manutenzione degli impianti di spilaltrici di birra e soft drink, collaborando con uno dei leader mondiale che lavora per noti marchi di bibite gassate. Il nostro prodotto arriva a una pulizia estrema, che andrà a sostituire la soda e i prodotti al cloro. Questi colossi dell'industria finora non avevano trovato un prodotto eco-friendly così funzionale». 

L'obiettivo della startup è realizzare un fatturato di 20-30 milioni di euro l'anno entro il 2029, sfruttando soprattutto le operazioni di riduzione dell'acido solfitico in alcune raffinerie, espandendosi sempre di più in Europa come modello di sostenibilità. «Siamo in contatto - continua Forte - con tante autorità portuali che a loro volta parlano con le capitanerie di porto e altre autorità, quindi la fiducia nella nostra crescita è tanta». 

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La certificazione e la crescita 

D'altronde Arpa Ferrara ha recentemente fatto un test col il prodotto di Akka20, risultato a-tossico per fauna e flora marina. Continuano poi le operazioni della start-up sulle acque reflue. Il formulato, rivendica la startup, fa risparmiare tempo (dell'80% a parità di efficacia) e costi (nell'ordine del 40-50%). La società, con sede legale a Legnano e operativa a Trezzano sul Naviglio (nel Milanese), oggi è composta da dieci persone e vari collaboratori.

Il fatturato nel primo anno è stato di appena 100mila euro: la crescita, quindi, è già evidente.

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