È morto Attilio Ventura, storico agente di cambio a Piazza Affari. Classe 1936, nel 1985 è entrato nel comitato direttivo come vice presidente per poi diventarne il presidente fino a guidare il Consiglio della Borsa.
È stato uno degli ultimi esponenti di una generazione cresciuta nella cosiddetta «sala delle grida» di Piazza Affari che poi ha ceduto il passo all'informatizzazione.
Attilio Ventura, chi era
Il mondo di Ventura è lo stesso di altri «pionieri» di Piazza Affari come Aldo Ravelli, Giambattista e Alberto Foglia, Renato Cantoni, Urbano Aletti, Isidoro Albertini, Massimo Boffa e Giuseppe Scandellari. «La mia vita era stata molto ordinata e molto borghese - ha detto in un'intervista a Paolo Bricco del Sole 24 Ore nell'aprile 2021 - Mia madre era Zina Lentati, della famiglia Lentati, produttrice di cappelli. Mio padre Riccardo, figlio di un avvocato di Catanzaro, era emigrato al Nord nel 1921, dove aveva trovato lavoro all'ispettorato dell'ufficio italiano cambi della Banca d'Italia di Pavia.
«La nostra casa era in via Ravizza. Frequentavo il Gonzaga dei Fratelli delle Scuole Cristiane. Mi sono diplomato in ragioneria al San Carlo». La svolta arriva quando va a studiare negli Stati uniti dove lavora per quattro mesi dal più grande agente di borsa americano: Merrill Lynch Pierce Fenner Smith. Poi torna in Italia, si laurea e va a fare la pratica da Gastone Tedeschi, allora presidente della Borsa. «Negli anni Sessanta - dice - si intensificarono i rapporti fra Piazza Affari e Wall Street. Nessuno sapeva l'inglese. Tranne me. E, quindi, venni coinvolto in una serie di viaggi che mi aprirono il mondo. Feci amicizia con Richard Grasso, che allora era il responsabile delle relazioni esterne della Borsa di New York e che, dal 1998 al 2003, sarebbe diventatoil suo presidente e amministratore delegato».