L'ad di Simest: «Allargheremo il sostegno al Made in Italy»

Regina Corradini D'Arienzo: «La competitività verrà garantita anche attraverso il supporto agli investimenti dei fornitori delle piccole e medie aziende attive sui mercati mondiali»

L'ad di Simest: «Allargheremo il sostegno al Made in Italy»
di Jacopo Orsini
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Mercoledì 7 Giugno 2023, 10:52 - Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 07:47

Quasi venti miliardi di euro per il sostegno al Made in Italy nel mondo.

È quanto prevede di mettere in campo nel prossimo triennio Simest, la società pubblica controllata da Cdp e con una quota di minoranza da banche e associazioni imprenditoriali che dal 1991 è al fianco delle imprese italiane per favorire l’espansione all’estero dell’attività. Simest, da circa un anno guidata dall’amministratore delegato Regina Corradini D’Arienzo e dal presidente Pasquale Salzano, in carica dal 2019, è specializzata nell’accompagnare le aziende tricolori per tutto il ciclo di crescita fuori dai confini nazionali. Intanto però c’è l’emergenza alluvione in Emilia-Romagna e la Simest ha approvato un pacchetto di misure da 700 milioni in sostegno delle imprese colpite. Corradini D’Arienzo, torinese, 54 anni, fin dal suo arrivo ha cercato di imprimere una svolta puntando fra l’altro a sostenere non solo l’azienda che va all’estero ma anche tutta la filiera produttiva che c’è alle spalle.

Corradini, avete da poco varato il nuovo piano industriale, in che modo Simest può aiutare le imprese nel loro processo di internazionalizzazione?

«Con l’avvio del Piano strategico 2023-2025 “SI, un Patto per la crescita”, fa un salto di qualità il nostro supporto verso le imprese, soprattutto piccole e medie, attraverso una strategia in grado di rispondere più prontamente alle sfide dei mercati internazionali. Prevediamo di impegnare 18,5 miliardi di euro (+20% rispetto al triennio precedente) per il sostegno al Made in Italy nel mondo. A questo scopo abbiamo implementato una nuova gamma di servizi tesa a favorire gli investimenti strategici in innovazione e transizione ecologica. A ciò si aggiunge un’azione di sostegno concreto alle filiere produttive».

Prevedete qualche strumento specifico per l’innovazione?

«Per quanto riguarda l’attività a supporto di innovazione e transizione ecologica, il nuovo Piano prevede che sia le risorse dei fondi agevolati sia l’attività dell’investimento partecipativo, cioè l’acquisizione di quote di minoranza di società, siano focalizzati principalmente nel favorire la realizzazione di questi investimenti, ormai non più procrastinabili, per mantenere alta la competitività del settore produttivo italiano».

Invece l’azione di sostegno alle filiere produttive in cosa consiste?

«Il supporto alla competitività del sistema Italia sarà assicurato attraverso l’accesso agli strumenti Simest anche per le imprese appartenenti alla filiera della società target, nell’ottica di incrementare ulteriormente il numero di imprese servite. Ma soprattutto di supportare gli investimenti delle piccole e medie imprese fornitrici di filiere attive sui mercati internazionali. Tutto questo sarà possibile grazie alle sinergie strategiche e commerciali sviluppate con Cassa depositi e prestiti, allo stretto coordinamento col ministero degli Affari Esteri – amministratore degli strumenti di finanza agevolata gestiti da Simest – alla cooperazione sistemica con i principali attori istituzionali e a una rinnovata collaborazione con le banche».

Ci può riassumere in cosa è cambiata la strategia di Simest?

«Col nuovo Piano strategico abbiamo voluto stringere un patto che sostenga meglio le imprese italiane nella sfida globale.

Abbiamo quindi reso più agili i servizi tradizionali per rispondere alle nuove esigenze delle aziende allargando il raggio d’azione a transizione digitale, sostenibilità economica, sociale e ambientale. In questo solco s’inserisce anche l’avvio dell’attività di consulenza per la crescita nei mercati strategici che conosciamo in modo approfondito, lavorando da oltre 30 anni in 150 Paesi. Vogliamo mettere anche questa nostra competenza al servizio delle imprese. Motivo per cui abbiamo approvato un piano di apertura di nostre sedi proprio nei mercati chiave per il Made in Italy».

Su quali Paesi avete deciso di puntare?

«La prima inaugurazione, fra poche settimane, sarà nei Balcani, a Belgrado. E un’altra, entro l’anno, in Africa, nella sponda sud del Mediterraneo».

Quali sono gli strumenti principali utilizzati per sostenere le aziende?

«Simest affianca l’impresa per tutto il ciclo di espansione all’estero. Lo fa attraverso tre distinte linee di business: l’erogazione di finanziamenti a 6 anni a tasso agevolato (pari allo 0,406% a maggio) e il sostegno alle commesse estere degli esportatori italiani: nei soli primi 4 mesi del 2022 abbiamo supportato operazioni per circa 6 miliardi di euro. Entrambe le attività fanno capo a due Fondi gestiti da Simest per conto della Farnesina. Infine, attraverso “l’investimento partecipativo”, cioè l’ingresso come socio di minoranza nel capitale delle aziende. In questo caso Simest fornisce alle imprese liquidità necessaria per sviluppare progetti di internazionalizzazione. In questa attività siamo affiancati dall’intervento del Fondo Venture Capital gestito in convenzione col ministero degli Esteri».

C’è un focus particolare su startup e pmi innovative nel piano?

«Le startup e le pmi innovative sono la vera forza motrice del cambiamento. Per questo motivo, anche su indicazione del ministero degli Esteri, è stata ampliata l’operatività del Fondo Venture Capital che, in collaborazione con Cdp Venture Capital, può ora investire anche nello sviluppo internazionale dell’ecosistema di startup e pmi innovative. A questa linea di attività abbiamo dedicato un plafond di 200 milioni di euro».

La trasformazione digitale come faciliterà il supporto alle imprese?

«Abbiamo avviato un intenso percorso di digitalizzazione teso a massimizzare la velocità di servizio a beneficio delle aziende, grazie a una profonda semplificazione dei processi. Abbiamo anche ridotto del 30% le tempistiche delle operazioni dell’investimento partecipativo. Gli investimenti digitali nel periodo 2023-25 saranno triplicati rispetto al triennio precedente».

Ora però c’è da fronteggiare l’emergenza alluvione in Romagna.

«Il pacchetto di aiuti che abbiamo destinato alle aziende colpite rappresenta un supporto concreto per rispondere all’emergenza e favorire il ritorno alla normalità nel più breve tempo possibile. Sono state colpite numerose realtà produttive, prevalentemente pmi, in un’area fortemente dedita all’internazionalizzazione. Per questo abbiamo puntato a sostenere la più ampia platea di imprese, rivolgendo, per la prima volta, le misure non solo alle aziende esportatrici, ma anche alle loro filiere. Un solido sostegno del valore complessivo di 700 milioni, di cui 300 come contributo a fondo perduto, da subito disponibile».

Crescono le donne alla guida di grandi aziende. In che modo si può favorire una maggiore presenza femminile nei ruoli di vertice?

«Bisogna partire da una forte attenzione al merito. In Simest lo stiamo facendo e i numeri ci danno ragione: abbiamo il 42% di donne manager e un’età media dei responsabili di 42 anni. Risultati ambiziosi, possibili anche grazie alla nuova policy di “work-life balance” che stiamo attivando e alla centralità in cui abbiamo posto i valori irrinunciabili di diversità e inclusione».

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