Dalle lavatrici ai pannelli solari. Un impianto dove si produrranno pezzi per far funzionare gli impianti fotovoltaici e un laboratorio di ricerca sulle rinnovabili dove fino a qualche anno fa si costruivano elettrodomestici.
È l’ambizioso piano della Tea Tek, azienda con base a Napoli e specializzata nella realizzazione di impianti fotovoltaici, per la fabbrica abbandonata e chiusa dopo una lunga battaglia dal colosso degli elettrodomestici americano Whirlpool. Una vertenza andata avanti a lungo fra trattative e proteste e scandita anche nell’agosto del 2019 da un perentorio annuncio dell’allora vice premier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio: «La sede Whirlpool di Napoli non chiuderà più». Promessa che il governo dovette invece rimangiarsi pochi mesi dopo. Ora per quest’area industriale e per i dipendenti rimasti senza lavoro si prospetta un nuovo futuro. Il progetto ha infatti l’obiettivo di riportare in Italia una parte della filiera dell’industria del solare ma anche la riassunzione dei 312 dipendenti lasciati a casa dalla casa statunitense.
LA CRESCITA
A scommettere sul rilancio di quest’area industriale della zona est del capoluogo campano è l’imprenditore Felice Granisso, 48 anni, co-fondatore con il fratello Luca e con Francesco Luvrano della Tea Tek, di cui è amministratore delegato. Granisso fino al 2009 aveva lavorato nell’azienda di famiglia attiva nel campo dell’automazione industriale, soprattutto per l’auto e l’aerospaziale. La società, racconta, aveva avuto un certo sviluppo sulla scia degli investimenti dell’Alenia a Grottaglie, in Puglia. Ma una crisi determinata da un passaggio generazionale lo spinse a mettersi in proprio e a puntare sull’automazione delle aziende idriche e delle rinnovabili. Settori su cui invece la società dove lavorava non credeva. L’intuizione dell’imprenditore napoletano finora si è rivelata giusta e dopo quasi quindici anni di crescita la Tea Tek, fondata nel 2009, può vantare un giro d’affari di circa 75 milioni di euro, che quest’anno dovrebbe salire fino a 100, con una redditività intorno al 15%, e più di 800 fra dipendenti e collaboratori. Un gruppo che ha contribuito alla costruzione dell’impianto fotovoltaico più grande del mondo ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati arabi uniti, e che ha realizzato alcuni dei parchi solari più estesi d’Europa in Inghilterra e Spagna. Ora il nuovo salto, con l’acquisizione dell’area dove sorgeva lo stabilmento Whirlpool. Un passo impegnativo perché prevede anche la riassunzione dei dipendenti della multinazionale americana. «Sentiamo la responsabilità, c’è una storia di fabbrica importante», riconosce Granisso.
LA ZONA SPECIALE
Un ruolo decisivo nell’operazione è quello giocato dalla Zes (Zona economica speciale) della Campania, guidata dal commissario Giosy Romano.
LO STABILIMENTO
Se della fabbrica della vecchia Whirlpool non si potrà recuperare nulla, Granisso è invece convinto che i lavoratori del gruppo americano potranno facilmente essere impiegati nelle nuove produzioni della Tea Tek. Nel nuovo impianto si produrranno infatti inseguitori, i dispositivi che servono per orientare i pannelli verso il sole, e power skid, le cabine di trasformazione che consentono di mandare in rete l’elettricità prodotta dai pannelli. Componenti in acciaio che usciranno da macchinari simili a quelli che venivano usati per produrre le lavatrici. L’investimento previsto dalla Tea Tek nel piano consegnato al commissario è di circa 23 milioni. Ma considerati gli interventi necessari per ricostruire completamente l’impianto dovranno probabilmente aumentare, forse raddoppiare. Per questo Granisso spera nel sostegno del governo, magari attraverso Invitalia. Ma è anche pronto a fare da solo con l’aiuto delle banche. La Teatek si è poi impegnata a riassumere tutti i 312 ex dipendenti della Whirlpool e a creare altri 28 posti di lavoro. Qualche dubbio resta però sui tempi di riassunzione (secondo i programmi entro 180 giorni) vista la necessità di ristrutturare completamente lo stabilimento. «Stiamo pensando a una soluzione ponte per iniziare intanto la produzione», dice Granisso. Ma l’obiettivo resta quello di ridare un futuro allo storico stabilimento di via Argine.