Il mercato della bici in Italia è destinato a crescere in maniera impetuosa.
Il giro d’affari quest’anno sarà pari a 1,3 miliardi, in lieve discesa rispetto al 2022, ma salirà di oltre il 60% entro il 2026, quando sfonderà quota 2,1 miliardi. Lo rivela un report elaborato per Il Messaggero dalla società internazionale di consulenza Kearney. I dati parlano di una strada segnata, con un continuo aumento di valore nei prossimi anni dopo l’andamento più ondivago dal 2020 a oggi, soprattutto per l’effetto booster del bonus bici fino a 750 euro, introdotto nel primo anno di pandemia e poi non rinnovato (oggi c’è un contributo fino a 1400 euro, ma solo in alcune città). Ad aumentare sia in numero che in valore, già dal prossimo anno, saranno le e-bike, in scia con la crescita dell’elettrico e della green economy. Nel 2024 le bici a pedalata assistita passeranno da circa 300mila a 400mila, con il giro d’affari che salirà da 700 a 800 milioni di euro. In 5 anni, nel 2028, il valore raddoppierà, arrivando a quota 1,5 miliardi. Nel frattempo, le bici tradizionali scenderanno in numero da 1,3 a circa 1,2 milioni, con il valore che aumenterà per effetto dell’inflazione e dell’arrivo di nuovi modelli, ma poi rimarrà stabile nei prossimi anni. Nel 2028, poi, dovrebbero essere vendute solo poco più di 1 milione di bici non elettriche in tutto il Paese. Più in generale, comunque, la crescita del mercato delle bike nei prossimi anni, secondo Kearney, sarà favorita dall’aumento «del numero dei ciclisti come conseguenza di stili di vita sempre più sostenibili e hobby scoperti o riscoperti durante il periodo Covid».
L’ECCELLENZA ARTIGIANALE
L’industria della bici è un ecosistema articolato, che abbraccia ambiti come turismo, benessere, servizi, tecnologie, infrastrutture. Nella filiera c’è l’industria delle componenti, con un ruolo ancora decisivo del Sud-Est asiatico, soprattutto nella realizzazione dei telai. Poi l’assemblaggio di aziende terze e l’intervento dei grandi marchi con la progettazione e l’assemblaggio finale dei modelli, prima della distribuzione nei negozi e la vendita ai clienti. «In questo ecosistema l’Italia – si legge ancora nel report – è famosa per l’eccezionale produzione di biciclette di qualità, in particolare per bici da strada.
LE NUOVE SFIDE
Per sostenere la crescita del settore, che avrà sempre clienti, secondo Kearney sarà importante mettere in campo i 400 milioni inizialmente previsti dal Pnrr per realizzare 1.200 km di nuove piste ciclabili in tutta Italia. Il governo, nella rimodulazione del Piano proposta quest’estate alla Commissione europea, ha deciso di spostare l’obiettivo su altri fondi nazionali o comunitari. Altro obiettivo per il nostro Paese è «cogliere le opportunità dei segmenti emergenti (come le biciclette eCargo, che permettono il trasporto per lo più di merci e animali grazie a un ampio pianale di carico)». E ancora, investire di più sulle tecnologie e sui servizi di sharing, con quelli che offrono bici elettriche che rappresentano ancora solo il 15% del mercato. Nel resto d’Europa l’e-bike pesa già il 27% delle bici vendute, da comparare con il 19% in Italia che pertanto mostra un chiaro potenziale di crescita. La percentuale più alta è tra le bike destinate al trekking e al turismo (33%), mentre tra quelle per tutti i giorni, a prezzi più contenuti, non si va oltre il 3-4%.