Benjamin Franklin: Dio, patria ed elettricità. Un fulmine e molto metodo

Scienziato, musicista, politico fu uno dei padri degli Usa

Benjamin Franklin: Dio, patria ed elettricità. Un fulmine e molto metodo
4 Minuti di Lettura
Venerdì 20 Ottobre 2023, 11:52

Benjamin Franklin è uno dei padri degli Stati Uniti. Ma anche un curioso e studioso, inventore poliedrico, giornalista, editore, diplomatico. Illuminista ma più simpatico di molti tra i nostri cugini francesi. Certamente più gioioso e credente in Dio.

Ma parliamo di elettricità?

«Preferisco la birra. La birra è la prova che Dio ci ama e vuole che siamo felici».

Va bene che l’ho descritta gioioso ma mi permetto di insistere. Ricominciamo dal parafulmine?

«No, cominciamo dall’aquilone. Ho attaccato un lungo filo a un aquilone di seta. L’ho usato per attingere elettricità da nuvole temporalesche e caricare un vaso di Leida. All’epoca pensavano che l’elettricità si accumulasse nell’acqua contenuta nel vaso di vetro. Invece io ho capito che era il contenitore a immagazzinare energia. E tutto dipendeva dal materiale di cui era fatto il vaso».

E dopo l’aquilone, il parafulmine?

«Va troppo di fretta. Dall’aquilone alle batterie elettriche. Le ho chiamate proprio così. Non sapevo che nove anni dopo la mia morte sarebbero state messe a punto dal vostro Alessandro Volta. Io avevo capito l’idea, ma usavo vetro e piombo, non zinco, rame e acqua salata».

Ha corso per tutta la vita per raggiungere chi è venuto dopo di lei.

«La pigrizia, come ruggine, logora molto più velocemente di quanto logori il lavoro. E poi ho sempre creduto che andare a letto presto e alzarsi presto fanno l’uomo sano, ricco e saggio. E molto dipende anche dal cibo».

Come fa un uomo che apprezza la birra a rinunciare alla carne ed essere un precursore tra i vegetariani?

«Il mio rifiuto di mangiar carne fu all’origine di un certo fastidio e venni spesso rimproverato per la mia bizzarria ma, dopo questo pasto leggero, feci progressi notevolissimi, in virtù di quella maggiore lucidità e celerità di apprendimento».

Un po’ bizzarro lo è sempre stato, no?

«La bellezza e la follia sono vecchie compagne. Ma io non credo di essere stato veramente folle.

Anche perché la definizione di follia è fare continuamente le stesse cose aspettandosi risultato differenti. L’esatto contrario di uno scienziato e di un inventore».

Questa frase mi ricorda quella di Albert Einstein: la follia sta nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi.

«Mi avrà copiato. D’altronde investire nella conoscenza è la cosa migliore nel tempo».

Ma con il parafulmine ancora non abbiamo finito…

«Sono stato il primo a coniare i termini decisivi per l’elettricità: carica positiva e carica negativa. E ho scoperto che quando un oggetto appuntito viene tenuto verso un oggetto carico, attira elettricità dall’oggetto. Dopo l’esperimento dell’aquilone, ho usato un’asta di metallo per attingere elettricità dalle nuvole temporalesche e farla scaricare a terra senza provocare incendi».

Impegno civile anche da inventore: le case di legno erano spesso vittima di incendi provocati da lampi. E impegno morale. Ha codificato un metodo con tredici virtù da coltivare. Quali?

«Temperanza, nel senso di non eccedere nel cibo. Silenzio, ordine, fermo proposito, frugalità, operosità, sincerità, equità, moderazione, pulizia, calma, castità e umiltà. Tredici virtù che consideravo indispensabile possedere e decisi di dedicare a ciascuna di esse, una settimana di attento studio. A 79 anni, compilando la mia autobiografia, ho ricordato che questo metodo mi ha permesso di avere felicità e successo».

Scienziato, musicista, ma anche nuotatore appassionato, e grande giocatore di scacchi. E politico: è uno dei due americani a comparire sulle banconote senza essere stato presidente. E donnaiolo, dicono.

«Una fama che mi ha accompagnato tutta la vita. Anche se ho predicato la castità, nel senso che ci si può dedicare ai piaceri di Venere, solo per procreare o a scopo di salute. Mai per lussuria, o per debolezza, o mettendo a repentaglio la vostra o altrui reputazione. Ho scritto però, lo ammetto, un libretto “Consigli per scegliere un’amante”, nel quale suggerisco agli uomini di prendere come amanti donne di età più matura della propria. Sono più esperte e sono lusingate per essere state scelte da un uomo più giovane».

RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA