IL CALENDARIO
La legge di riforma approvata nel marzo di quest'anno è piuttosto complessa e rinvia ad una pluralità di decreti delegati da approvare entro un anno, dunque marzo 2015. Finora nessuno è approdato alla Gazzetta ufficiale: il primo potrebbe essere proprio quello in materia di semplificazione. Anzi, questa è quasi una necessità visto che si tratta di far scattare con un calendario ben preciso tutta l'operazione dichiarazioni precompilate. Il modello dovrà essere messo a disposizione dei contribuenti entro il 15 aprile. Prima però, entro il 28 febbraio, banche, assicurazioni, entri previdenziali e fondi pensione dovranno trasmettere all'Agenzia delle Entrate i dati relativi a interessi passivi, assicurazioni sulla vita, contributi, utili per le relative detrazioni e deduzioni. Mentre entro il 7 marzo dovranno pervenire dai datori di lavoro i Cud, ovvero le certificazioni relative ai redditi.
Dunque non c'è molto tempo da perdere, anche se il prossimo anno il nuovo sistema sarà sperimentale e semplificato rispetto alle sue potenzialità complessive (non ci saranno d esempio i dati sulla spesa sanitaria che arriveranno solo dal 2016). Una volta ricevuta la dichiarazione, i contribuenti potranno decidere se accettarla, mettendosi al riparo da ulteriori controlli, oppure modificarla per inserire altri dati. La scadenza è fissata per tutti al 7 luglio: viene meno la distinzione tra coloro che finora presentavano il 730 al datore di lavoro invece che al Caf o al commercialista.
GLI ALTRI PROVVEDIMENTI
Quanto agli altri decreti attuativi, alcuni dovrebbero essere in dirittura d'arrivo. Sono attesi tra gli altri i testi sulla detassazione del reddito lasciato in azienda dai piccoli imprenditori, sui regimi semplificati, sulle sanzioni e sull'abuso di diritto. In materia di catasto è già stato esaminato dal Consiglio dei ministri il provvedimento sulle commissioni censuarie, che a loro volta si dovranno occupare della complicata riforma.
Ma proprio nell'appuntamento di ieri alla Luiss è emerso qualche nodo che è probabilmente alla radice dei ritardi. Zanetti si è espresso per un forte ridimensionamento dell'ambito penale: ad esempio nel caso dell'omessa o infedele dichiarazione il reato dovrebbe riguardare solo i comportamenti più gravi.
Sul tema è intervenuta anche Rossella Orlandi, direttore dell'Agenzia delle Entrate. Con due indicazioni forti: da una parte la sottolineatura di un nuovo rapporto con il contribuente basato sul dialogo, sulla prevenzione e sull'adesione spontanea, dall'altra l'affermazione di una priorità, quella della lotta alle frodi fiscali più complesse e insidiose, che a suo avviso rappresentano «un'emergenza». Per il contrasto a questo tipo di operazioni, ha spiegato, necessitano norme più stringenti come quella del raddoppio dei termini connessa alla presenza di un'azione penale, accanto a quella di semplice accertamento in via amministrativa.