Pensioni alte, bozza della Lega: allo studio un taglio temporaneo

Pensioni alte, bozza della Lega: allo studio un taglio temporaneo
di Luca Cifoni e Michele Di Branco
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Martedì 4 Settembre 2018, 00:31 - Ultimo aggiornamento: 5 Settembre, 13:36

La Lega cerca una soluzione sul taglio delle pensioni alte, misura fortemente voluta dal vicepremier Luigi Di Maio. A inizio agosto i capigruppo alla Camera del M5S e dello stesso Carroccio hanno presentato alla Camera una proposta di legge - il cui testo non è stato però mai ufficializzato - incentrata non su un effettivo ricalcolo della prestazione in base ai contributi versati ma su una decurtazione degli assegni superiori a 4 mila euro netti mensili, proporzionale all’anticipo dell’uscita rispetto ad un’età di riferimento. Un meccanismo più semplice da attuare ma che penalizzerebbe in particolare categorie che per legge o altri motivi sono state obbligate a lasciare il lavoro prima dell’età della vecchiaia (donne, dirigenti “esodati”, militari).



Nei giorni scorsi Alberto Brambilla, ex sottosegretario al Lavoro e storico esperto previdenziale della Lega, suscitando molte polemiche all’interno della maggioranza aveva espresso la sua contrarietà a un taglio secco delle pensioni al di sopra degli 80 mila euro lordi. Brambilla suggeriva invece un contributo di solidarietà per tre anni a carico dei pensionati di quella fascia di reddito. Ora il partito di Salvini nella riunione interna in programma oggi dovrà decidere il da farsi. Si tratta di non scontentare una platea, quella dei percettori di pensioni relativamente alte, che al Nord è ben rappresentata; allo stesso tempo va evitata la rottura con i pentastellati su questo tema delicato e altamente simbolico. 

RIDUZIONE DEI RISPARMI
I correttivi possibili prevedono l’innalzamento della soglia del taglio da 4 mila a 5 mila euro netti mensili e l’esenzione delle categorie maggiormente colpite. Ma in entrambi i casi si avrebbe una consistente riduzione dei risparmi attesi. L’alternativa del contributo di solidarietà d’altra parte rischia di far confondere il provvedimento con quelli analoghi adottati in passato, da ultimo dal centro-sinistra. Quale che sia la formula, si studia la possibilità di applicare la decurtazione solo per un periodo di tempo limitato. In questo modo la legge potrebbe essere messa al riparo dalle obiezioni di incostituzionalità, visto che la Consulta si è pronunciata in passato a favore di interventi proporzionati e temporanei.

Il M5S con Luigi Di Maio resta però attestato sulla linea del taglio drastico e strutturale dei trattamenti oltre 4 mila euro. Secondo i calcoli sarebbero 158 mila i pensionati sui quali si interverrebbe. Nel dettaglio, si parla di soggetti che, in media, sono andati in pensione a 61,6 anni; la misura consentirebbe mezzo miliardo di euro all’anno di risparmi, più di 5 miliardi di euro in 10 anni. Con i soldi risparmiati verrebbero aumentati i trattamenti più bassi. Nelle ultime ore il vice-premier nonché ministro del Lavoro ha riproposto il tema sulla sua pagina Facebook attraverso un «disegnino» (in realtà un diagramma di flusso) che parla ancora di taglio in base ai contributi versati: secondo alcune indiscrezioni sarebbero in corso contatti con l’Inps per verificare la fattibilità di una massiccia operazione di ricalcolo.

IL NODO DI “QUOTA 100”
Al centro del vertice della Lega c’è anche la questione del superamento della legge Fornero. L’introduzione della quota 100, seppure con paletti come l’età minima a 64 anni e almeno 35 anni di contributi, eliminando la possibilità di uscire a qualsiasi età con 43 anni e tre mesi di contributi, costerebbe 4,6 miliardi. Interventi meno restrittivi potrebbero invece costare il primo anno fino ad oltre 14 miliardi. 
 

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