Pubblica amministrazione, il nuovo piano: dirigenti licenziabili e certificati digitali. Via il Pra

Il inistro Marianna Madia
di Luca Cifoni
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Venerdì 11 Luglio 2014, 01:09 - Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 00:18
​Era stato esaminato dal Consiglio dei ministri gi un mese, fa insieme alle novit che poi sono confluite nel decreto urgente attualmente all’esame della Camera; ma poi il testo del disegno di legge delega sulla pubblica amministrazione era rimasto fermo per quasi un mese, nonostante contenesse alcuni degli assi portanti della riforma a partire dal riassetto della dirigenza. Così ieri il testo è passato di nuovo a Palazzo Chigi, da dove prenderà la strada delle Camere. Nel segnalarne l’approvazione lo stesso presidente del Consiglio ha sottolineato la «rivoluzione copernicana» attesa soprattutto in materia di rapporto tra cittadino e amministrazione pubblica. In effetti nel provvedimento è stato inserito un capitolo dedicato proprio all’accelerazione ed alla semplificazione dei servizi per cittadini e imprese. Obiettivo è «ridurre la necessità dell’accesso fisico alle sedi degli uffici pubblici»: in un arco di tempo che Renzi ha quantificato in mille giorni informazioni e documenti dovranno essere on line oppure recapitati a domicilio.



BASTA CARTA

Si punta quindi al superamento dell’uso della carta. Le amministrazioni dovranno assicurare la trasmissione dei dati in forma telematica. Per imprese e cittadini verrà riaffermato il concetto dello sportello unico, in particolare per le attività produttive e l’edilizia; ma il dialogo con l’amministrazione dovrà svolgersi per via digitale, anche grazie all’uso di software aperti ed all’interoperabilità dei sistemi informativi. In questo modo gli interessati potranno interagire nei procedimenti amministrativi.

Una novità molto attesa e già saltata in precedenza riguarda il documento unico di circolazione dei veicoli, che dovrebbe porre fine alla sovrapposizione tra Motorizzazione e Pra (con il probabile assorbimento di quest’ultima struttura) e produrre anche «significativi risparmi di spesa per l’utenza».

Non meno importanti sono però le norme sulla dirigenza. Data la delicatezza - ma anche la centralità del tema - si è scelto di intervenire con lo strumento della delega; ma le linee guida sono state indicate in modo piuttosto chiaro.



Per ogni amministrazione sarà stabilito un numero massimo di dirigenti in rapporto a quello dei dipendenti; verrà inoltre introdotta una distinzione tra le figure con un profilo più manageriale, incaricate di gestire le risorse umane e finanziarie, ed esperti portatori di competenze specifiche. Verrà meno invece l’attuale differenziazione tra prima fascia, a cui appartengono i responsabili di Dipartimenti e direzioni generali, e seconda fascia; è previsto che anche le retribuzioni diventino più omogenee. Più in generale, tutti i dirigenti delle amministrazioni centrali degli enti pubblici non economici e delle agenzie dovrebbero confluire in un Ruolo unico presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.



IL DESTINO DELLE PREFETTURE

Gli incarichi dirigenziali verranno conferiti tramite procedura con avviso pubblico e verrà fissata anche la loro durata (probabilmente triennale). I dirigenti privi di incarico verranno messi in disponibilità, e successivamente licenziati in mancanza di un nuovo incarico. Per tutti ci sarà un processo di valutazione dei risultati basato si criteri ben precisi.

Verrà invece probabilmente rivista rispetto alle bozze che circolavano a giugno la parte sul riordino degli uffici territoriali del governo a partire dalle prefetture (che avrebbero dovuto essere ridotte a 40). Il relativo articolo è ancora in bilico, mentre ne è stato inserito un altro che rafforza il ruolo di coordinamento delle politiche pubbliche affidato alla presidenza del Consiglio. Per ministri e sottosegretari è previsto comunque un taglio degli uffici di diretta collaborazione.
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