Squinzi, l'ultimo discorso da presidente: «Lascio a Boccia il compito di convincere i sindacati»

Squinzi, l'ultimo discorso da presidente: «Lascio a Boccia il compito di convincere i sindacati»
di Giusy Franzese
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Sabato 9 Aprile 2016, 18:35 - Ultimo aggiornamento: 10 Aprile, 17:25
Un lungo caloroso applauso, una standing ovation di dieci minuti e tanta emozione. Si è chiusa così la convention a Parma di Confindustria. Per Giorgio Squinzi era l'ultimo discorso pubblico da presidente. Ad ascoltarlo, seduto in prima fila, anche Vincenzo Boccia, il leader designato che dal 25 maggio raccoglierà il testimone per i prossimi 4 anni.

Forse saranno anni meno difficili. La crisi è finita, la ripresa pur se ancora debole e inferiore alle aspettative mostra comunque segnali "confortanti". Ora la sfida è quella di adeguarsi al nuovo scenario competitivo, ai cambiamenti strutturali che l'uscita da questa lunga crisi impone. E non sarà comunque facile. Le imprese dovranno fare un salto di qualità, puntando su più ricerca e innovazione. La politica e le istituzioni dovranno continuare sulla strada delle riforme. Squinzi dà atto al governo Renzi di aver dimostrato «sensibilità in molti provvedimenti». Ma chiede di non abbassare le guardia e fare in modo che la burocrazia non vanifichi a livello attuativo il lavoro svolto.

E anche il sindacato dovrà fare la sua parte. Cambiando completamente direzione. Squinzi lo confessa: non essere riuscito a convincere i sindacati della necessità di un diverso modello relazioni industriali, con procedure più agili e veloci, fuori dalle «liturgie del secolo scorso», è l'unico vero rimpianto che ha di questi 4 straordinari anni. A Cgil, Cisl e Uil dedica un ultimo appello a «un nuovo sforzo e un nuovo impegno» in questo campo. A Boccia lascia esplicitamente «il compito, non semplice» di riavviare la trattativa.
 
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