Forse saranno anni meno difficili. La crisi è finita, la ripresa pur se ancora debole e inferiore alle aspettative mostra comunque segnali "confortanti". Ora la sfida è quella di adeguarsi al nuovo scenario competitivo, ai cambiamenti strutturali che l'uscita da questa lunga crisi impone. E non sarà comunque facile. Le imprese dovranno fare un salto di qualità, puntando su più ricerca e innovazione. La politica e le istituzioni dovranno continuare sulla strada delle riforme. Squinzi dà atto al governo Renzi di aver dimostrato «sensibilità in molti provvedimenti». Ma chiede di non abbassare le guardia e fare in modo che la burocrazia non vanifichi a livello attuativo il lavoro svolto.
E anche il sindacato dovrà fare la sua parte. Cambiando completamente direzione. Squinzi lo confessa: non essere riuscito a convincere i sindacati della necessità di un diverso modello relazioni industriali, con procedure più agili e veloci, fuori dalle «liturgie del secolo scorso», è l'unico vero rimpianto che ha di questi 4 straordinari anni. A Cgil, Cisl e Uil dedica un ultimo appello a «un nuovo sforzo e un nuovo impegno» in questo campo. A Boccia lascia esplicitamente «il compito, non semplice» di riavviare la trattativa.
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