Stevanato, addio odiata puntura l’ago non serve più

Stevanato, addio odiata puntura l’ago non serve più
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Giovedì 1 Dicembre 2016, 17:42 - Ultimo aggiornamento: 2 Dicembre, 16:16
Il futuro della somministrazione dei farmaci per via sottocutanea sono apparecchi miniaturizzati, da incollare alla pelle con sensori che regolano la dose da inoculare 

Picchiettare la fialetta con il dito, spezzarne il collo di vetro, aspirarne il contenuto: la sequenza di gesti - minacciosi preparativi di un’iniezione - potrebbe presto finire tra i ricordi. Se il presente sono già le “penne”, preconfezionate e predosate, il futuro della somministrazione dei farmacipassaattraversoapparecchi miniaturizzati, da appiccicare alla pelle magari collegati a sensori per valutare livelli di glicemia e altri parametri e inoculare automaticamente la dose giusta.

Un futuro (prossimo) di cui Stevanato Group vuole essere artefice. Il gruppo che ha sede a Piombino Dese in provincia di Padova è il primo produttore al mondo di tubofiale per insulina destinata al trattamento del diabete e il secondo di contenitori in vetro per uso farmaceutico, oltre che nelle tecnologie per lo sviluppo di macchinari per il settore. Mail business si sta evolvendo, e l’azienda con esso.

«Il sistema di somministrazione per il paziente sta cambiando - conferma il presidente, cavalier Sergio Stevanato - Il tradizionale contenitore in vetro o in plastica, che tutti abbiamo usato, continuerà ad esistere: anzi il suo impiego crescerà ancora. Il mondo farmaceutico, però si sta muovendo verso quelli che vengono chiamati “medical device”». Ovvero, dispositivi con all’interno la cartuccia di vetro o la siringa, con il farmaco già dosato: si tiene in tasca e al momentoopportunosipuòeseguire l’iniezione, con massima discrezione, pure attraverso gli abiti.
E già si parla di “wearable dispenser”, dispositivi indossabili: applicati con speciali cerotti su un fianco o in un altro punto del corpo, dotati di micro-analizzatori sottocutanei per monitorarevari parametridell’organismo. «L’obiettivo è migliorare la qualità della vita del paziente. In passato, chi aveva una malattia cronica non poteva andare al cinema o al ristorante, fare sport o doveva sottoporsi a svariati controlli quando doveva prendere un aereo. Ora potrà avere sempre più uno stile di vita normale», spiega l’imprenditore.

Dunque, per le aziende del comparto si apre una nuova, promettente frontiera. Stevanato Group ha varato un piano industriale da 186 milioni di euro al 2017 e investe circa il 4 per cento del fatturato in ricerca e sviluppo di nuovi prodotti, rafforzando la collaborazione con universitàitalianeedestere. Beninteso: flaconi, siringhe e tubofiale rimarranno il core business. E chi pensa si tratti di oggetti tutto sommato “banali”, si sbaglia: devono possedere precise e particolari caratteristiche per poter contenere sostanzecomei farmaci, per loro stessa natura sovente piuttosto “aggressivi” e al contempo molto delicati, dunque conla necessità dinonessere alterati dareazionichimiche. Il presidente, oggi affiancato nella guida dall’impresa dai figli Franco (amministratore delegato) e Marco (vicepresidente), delinea così il nuovo scenario: «Da produttori di un semplice componente, vogliamo diventare fornitori di sistemi integrati.

Non fornire più solo un pezzo di vetro, o un processo produttivo, ma unasoluzione completa, integrandosi sempre più nella catena di produzione delle case farmaceutiche». Nel quartier generale di Piombino Dese il concetto è inundecalogo: creare sistemi, processi e servizi per garantire l’integrità dei farmaci parenterali (quellichevengonoiniettati).

DALLA SOFFIERIA AL GRUPPO
Nuovo passo di un camminoavviato più di 65 anni fa. Dalla “Soffieria Stella”, bottega artigianale per la realizzazione di flaconi in vetro, fondata a Venezia alla fine degli anni Quaranta dal cavalier Giovanni, ad un gruppo globale da cinque miliardi di pezzi prodotti, oltre tremila collaboratori e 337,1 milioni di euro di fatturato nel 2015.
Impresa tuttora di matrice familiare, ma articolata in due divisioni (una specificatamente dedicata ai contenitori farmaceutici ed una ingegneristica, rivolta alle apparecchiature) e in una piccola galassia di controllate. Negli ultimi dieci anni (in principio, nel 2005, fu un’azienda di Bratislava) infatti, la crescita si è concretizzata anche con acquisizioni di altresocietà, mirateproprioaspostare l’attività dal solo vetro farmaceutico alla fascia più alta della catena del valore aggiunto.

Ecco allora – per restare alle più recenti - le incorporazioni della società danese InnoScan, specializzata nei sistemi di ispezione avanzata per i medicinali, e poi della Svm Automatik, sempre basata in Danimarca, nel campo della robotica applicata all’assemblaggio, al confezionamento e alla serializzazione perl’industria farmaceutica. Ultimo anello aggiunto alla catena, lo scorso marzo, le attività operative di Balda, con fabbriche in Germania, California e Romania e 700 addetti, leader nelle applicazioni in plastica per diagnostica, farmaceuticaestrumentisanitari.
Nel mezzo alcuni primati: nel 1995 Nuova Ompi, la società “figlia” primogenita, ha realizzato la prima tubofiala per insulina in Italia, nel 2010 il gruppo ha avviato – stavolta in anteprima mondiale - la produzione del flacone sterile pronto per il riempimento, con il marchio “Ompi EZ-fill vials”. Il 90% del giro d’affari deriva dalle vendite all’estero. Da quel primo laboratorio erede della tradizione vetraria lagunare, oggi Stevanato Group vanta stabilimenti produttivi inItalia (oltreaPiombinoDese,dove si è insediato a partire dagli anni ‘50, anche a Latina), in Slovacchia, Danimarca, Messico, Cina, Romania, Germania, Usa, senza contare le sedi commerciali negli Stati Uniti, nell’ex Celeste Impero e in Brasile.

Proprio nel più grande paese sudamericano, a Sete Lagoas, nello stato del Minas Gerais, attualmente è in fase di costruzioneunnuovopoloindustriale, operativo a partire dal 2017, per servire al meglio quei circa cento milioni di cittadini carioca destinati ad accedere ad un tenore di vita da classe media e a beneficiare dei programmi di assistenza sanitaria. «Il nostro mercato è ormai globale – conferma Sergio Stevanato - Europa, Stati Uniti, Giappone,maanche l’America latina, visto il numero di residenti, e il resto dell’Asia, che nei prossimi dieci anni assumerà la medesima rilevanza del vecchio continente.

La nostra volontà è essere “domestici” nelle aree più importanti del mondo. E per questo non basta aprire delle filiali commerciali, puntiamoacreare in ogni regione strategica degli hub produttivi». Prossima destinazione? L’India: quasi un miliardo di abitanti, con un consumo di farmaci in crescita ed un annunciato boom esponenziale dei generici. «È l’ultimo dei grandi mercati per il quale vogliamo predisporre un modello di business adeguato per entrare entro un quinquennio. Ma occorre procedere per gradi, consolidando prima quanto già fatto». Resterebbe un ultimo step: passare dalla produzione di contenitori al contenuto, chiudendo così la filiera. Alla Stevanato Group non escludonodi lavorare, un domani, anche sulla possibilità, per conto delle case farmaceutiche clienti, di “riempire” i nuovi dispositivi medicali, oltre a progettarlie fabbricarli. Ma questo è davvero il futuro.

Stevanato
Via Molinella n° 17 - 35017 Piombino Dese (Padova)
PRESIDENTE: Sergio Stevanato


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