Aumento Iva, Baretta: difficile evitarlo
Cgia: penalizzerà i meno abbienti

Pierpaolo Baretta
2 Minuti di Lettura
Venerdì 30 Agosto 2013, 12:20 - Ultimo aggiornamento: 31 Agosto, 14:34
ROMA - La possibilit che l'aumento dell'Iva venga eliminato per sempre sotto il 5%, ma per questi ulteriori tre mesi la possibilit abbastanza buona: lo ha detto stamattina il sottosegretario all'Economia, Pierpaolo Baretta, ai microfoni di "Radio Anch'io", spiegando che il rinvio dovrà essere inserito in una riforma generale delle aliquote: «E' dai tempi del paniere - ha detto - che non si fa una discussione approfondita sulla distribuzione e il peso delle varie voci. Le risorse sono scarse, è vero, ma è vero anche l'impegno del governo a evitare l'aumento e più di tutto va fatto un discorso di merito sull'Iva. Oggi le fasce deboli sono più penalizzate e tre aliquote sono troppe, anche l'Europa ce lo dice, una riforma dell'Iva è utile. Il pane è tassato al 4%, ma confezionato ha un'altra aliquota. Allora la domanda è in che misura e su quali temi, e in questo sarà molto importante il contributo del rappresentanti delle categorie del commercio».



Cgia: l'aumento peserà sulle famiglie a basso reddito. Con l'aumento dell'Iva le famiglie meno abbienti saranno quelle più penalizzate: lo sostiene il centro studi della Cgia di Mestre, secondo il quale, nonostante in termini assoluti saranno i percettori di redditi elevati a subire l'aggravio di imposta più pesante, la situazione si trasforma completamente se si confronta l'incidenza percentuale dell'aumento dell'Iva sullo stipendio netto annuo di un capo famiglia. L'eventuale aumento dell'imposta peserà maggiormente sulle retribuzioni più basse e meno su quelle più elevate.



A parità di reddito, inoltre, i nuclei familiari più numerosi subiranno gli aggravi maggiori. «Bisogna assolutamente trovare la copertura per evitare questo aumento - dice Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre - Non si possono penalizzare le famiglie, in particolar modo quelle più in difficoltà. Nel 2012 la propensione al risparmio è scesa ai minimi storici. Se dal primo ottobre l'aliquota ordinaria del 21% salirà di un punto, subiremo una ulteriore contrazione dei consumi che peggiorerà ulteriormente il quadro economico generale. E' vero che l'incremento dell'Iva costa 4,2 miliardi di euro all'anno, ma questi soldi vanno assolutamente trovati per non fiaccare la disponibilità economica delle famiglie e per non penalizzare ulteriormente la domanda interna».
© RIPRODUZIONE RISERVATA