Solidarietà femminile la svolta parte da qui, la Fondazione Bellisario chiama 300 esperti per costruire una road-map

Solidarietà femminile la svolta parte da qui, la Fondazione Bellisario chiama 300 esperti per costruire una road-map
di Franca Giansoldati
5 Minuti di Lettura
Sabato 7 Ottobre 2023, 10:52

Forse è davvero il tempo di costruire un domani più rappresentativo delle donne italiane. Se in passato l'istruzione universitaria era una prerogativa degli uomini, oggi su dieci laureati sei sono donne che registrano mediamente performance migliori sia in termini di studi che di votazione finale. Eppure questo buon dato se analizzato a fondo e incrociato con i tassi di occupazione fa riflettere parecchio poiché mette in risalto quanto sia ancora diffusa e radicata la disparità di genere. Nonostante le performance accademiche delle nostre universitarie è nel mondo del lavoro che si tocca con mano il gap visto che gli uomini sono in testa, con più opportunità e maggiormente valorizzati.

La leadership al femminile è protagonista al Festival dell'Economia di Trento

I NUMERI

Il divario è evidente in molti settori professionali ma soprattutto nelle aree riguardanti la trasformazione digitale e scientifica. L'Istituto di Statistica nazionale nel suo ultimo rapporto riguardante la scuola e il lavoro ha fotografato bene il fenomeno. Le donne che sono certamente più istruite con voti maggiori e rendimenti eccellenti sul piano occupazionale dimostrano di restare indietro: il tasso di occupazione femminile è del 57,3% contro il 78%, Il dislivello non si riesce ancora a colmare nonostante gli sforzi finora fatti. Persino ai vertici delle grandi aziende, nonostante i passi da gigante compiuti negli ultimi dieci anni, le donne non sono tante e bastano pochi numeri a dare l'idea. Nelle aziende italiane le ceo sono poco più del 3%, le rettrici 11 su 84. Si calcola poi che in Europa (e non solo in Italia) ci vorranno 107 anni per superare il gap. Colpa di schemi vecchi e radicati che fanno aumentare il rischio di non intercettare velocemente le opportunità per riequilibrare davvero una società sbilanciata. Ne sa qualcosa Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario, già promotrice della legge Golfo-Mosca che da decenni è sulla linea di confine per cercare di cambiare l'ordine delle cose e costruire percorsi inclusivi e armonici tra uomini e donne. È lei che organizza ogni anno un seminario internazionale in cui vengono fatte le radiografie ad ogni settore della società, immaginando e progettando un orizzonte diverso e migliore.

SUMMIT

Il titolo scelto per la rassegna 2023 di Donna, Economia e Potere è dedicato alle dinamiche gestionali, alla governance, alla capacità di scelta: donne sole al comando.

I lavori tra oltre trecento esperti si sono aperti ieri pomeriggio a Palermo al Convitto Nazionale Giovanni Falcone sotto il patrocinio del Senato, della Camera dei Deputati e della Presidenza del Consiglio dei Ministri.


«In queste due giornate spiega Golfo parliamo di politica, di sostenibilità e demografia, di giustizia e lavoro, di Intelligenza Artificiale e di cultura. Toccheremo anche la questione della violenza, laddove si annidano tutti gli stereotipi che rendono la libertà delle donne ancora così fragile. Lo faremo da protagoniste, come sempre, ma stavolta con qualche sicurezza in più. In fondo questo il tempo per costruire un domani che ci rappresenti. Abbiamo la consapevolezza che la nostra leadership sia un progetto collettivo, che si chiarisce e definisce nel confronto e nella condivisione, che nasce dalla capacità di includere, dalla volontà di cambiare non un destino individuale ma quello della generazione che seguirà. La strada l'hanno indicata loro, le ragazze iraniane con il loro inno alla vita e alla libertà». Ben otto i tavoli tematici ai quali siedono economisti, imprenditori, politici, manager, accademici. Lella Golfo si è fatta subito portavoce di una iniziativa: «Chiediamo che alcuni degli immobili sequestrati alla mafia, quei simboli di uno Stato e di una società civile che vincono sulla violenza diventino centri di accoglienza e formazione per le donne vittime di quella stessa violenza. Il male che si trasforma in bene, la violenza che genera solidarietà e indica la strada da cui ripartire. Sarebbe un segnale alle donne, alla società civile e ci sono i fondi del Pnrr per farlo».

Intesa Sanpaolo: primo grande gruppo bancario italiano certificato per la parità di genere


Le giornate di dibattito avviate con i saluti di Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e Renato Schifani, Presidente della Regione Sicilia hanno permesso uno scambio completo capace di mettere a fuoco le sfide per il futuro facendo avanzare idee, progetti, proposte concrete, come è nello spirito della Fondazione Marisa Bellisario. Al tavolo del lavoro Paola Angeletti, Chief Operating Officer Intesa Sanpaolo ha raccontato del percorso fatto all'interno della banca per aiutare chi ricopre posizioni apicali «a capire quali sono i meccanismi decisionali che portano a rallentare la crescita femminile, tra cui i pregiudizi inconsci».

PREMIER

Era inevitabile il riferimento alla prima donna presidente del consiglio, Giorgia Meloni, dopo 65 governi retti da 31 presidenti del consiglio uomini e 13 totalmente al maschile. «Comunque la si pensi, per la prima volta nella storia repubblicana una donna ha costruito, da sola, in 10 anni, un consenso forte, una vittoria piena. Nel corso di una tempesta perfetta, in una delle stagioni più complesse degli ultimi decenni, i cittadini italiani le hanno consegnato il timone del Paese. Dopo di lei, il Pd ha espresso la sua prima segretaria donna. I primati servono certamente a questo: a rompere un argine, a contaminare il presente e costruire un futuro diverso».
Franca Giansoldati
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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