Sanità, la parità di genere nelle posizioni ai vertici è ancora lontana: con questo trend ci vorranno 150 anni

Maria Isabella Leone, direttrice dell’Osservatorio, illustra i risultati del report
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Venerdì 3 Marzo 2023, 13:22 - Ultimo aggiornamento: 16:02

Le donne nella sanità sono in maggioranza, nel settore pubblico hanno raggiunto il 68% della rappresentanza. Ma ai vertici, nelle posizioni di leadership, continuano ad essere una minoranza e seguendo il trend attuale ci vorranno 150 anni per la parità. Va meglio nel privato e soprattutto nel settore farmaceutico. É questo il quadro che emerge dal primo Rapporto dell’Osservatorio sull’equità di genere della leadership in sanità, una ricerca  nata dalla collaborazione tra la Luiss Business School e l’associazione Leads – Donne Leader in Sanità - con l’obiettivo di monitorare e favorire la parità di genere per chi ricopre ruoli di primo piano nel settore pubblico o in quello privato. L’Osservatorio elabora il Gender Leadership Index in Health che misura il rapporto tra la distribuzione di genere nelle posizioni apicali e la distribuzione di genere sull’occupazione totale in sanità. 

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Il settore pubblico ha storicamente una maggiore partecipazione femminile: si è passati, infatti, dal 59% delle donne occupate nel 2001 al 68% del 2020. Il livello di occupazione complessivo, invece, è diminuito nel tempo come conseguenza delle politiche di razionalizzazione del sistema sanitario pubblico. Questa riduzione ha avuto un impatto maggiore sugli uomini, mentre il numero delle donne è continuato a crescere: nel 2020 a seguito della pandemia il numero di occupati è aumentato di più di 13000 unità, quasi esclusivamente di genere femminile. Lo studio rileva che a fronte di una maggiore partecipazione nel mercato del lavoro della sanità pubblica, però, non corrisponde una maggiore rappresentanza di donne nei ruoli apicali. Il Gender Leadership Index in Health, mostra - infatti - una forte sottorappresentanza nelle posizioni di leadership, con un trend che  porterebbe all’equi-rappresentanza tra 150 anni. Un giovane che entra, oggi, nel settore pubblico incontra 7 dirigenti dello stesso sesso, se è uomo, e meno di 2 se è donna. Sempre con riferimento al settore pubblico, il report evidenzia, poi, delle differenze riconducibili al tema della progressione di carriera: nel 2020 è donna il 34,7% dei direttori di struttura semplice e solo il 18% di quella complessa. Il focus sulla situazione delle regioni italiane, realizzato disaggregando il Gender Leader Index in Health, restituisce la fotografia di un Paese con grandi discrepanze: se infatti in Campania, Sicilia, Calabria e Lazio siamo a metà strada verso l’equi-rappresentanza, in Veneto, Provincia Autonoma di Bolzano e Valle D’Aosta, ci si allontana molto. Allo stesso tempo, però, i dati riflettono forti diversità nella percentuale di donne occupate e nella quota di leader rispetto al numero di occupati.

PRIVATO

Con riferimento al settore privato, la situazione è generalmente migliore rispetto al settore pubblico. I dati per il comparto farmaceutico evidenziano un miglior bilanciamento fra uomini e donne nella forza lavoro: nel 2011 il 41,78% degli occupati erano donne, nel 2020 il 43,36%. L’indice raggiunge l’equi-rappresentanza nel 2020 per coloro che rivestono posizioni di quadro mentre a livello dirigenziale le donne sono ancora sottorappresentate. Per le aziende dei dispositivi medici si evidenzia la prevalenza della leadership maschile: nell’ultimo anno di rilevazione, fatto cento il totale degli occupati, ha ruoli di responsabilità il 14% degli uomini contro il 4,83% delle donne.

LA PRESENTAZIONE

Il primo rapporto che la situazione della parità ai vertici della sanità italiana è stato presentato a Villa Blanc, sede della Luiss Business School. Sono intervenuti all'evento Andrea Prencipe, rettore della Luiss Guido Carli, Raffaele Oriani, dean della Luiss Business School e Patrizia Ravaioli, presidente LEADS e direttore Generale Formez PA. Maria Isabella Leone, professoressa Associata della Luiss Business School e Marina D’Artibale, socia fondatrice di LEADS hanno illustrato i risultati del Rapporto. Alla tavola rotonda hanno partecipato, tra gli altri, Giovanni Leonardi, segretario Generale del Ministero della Salute, Anna Maria Moretti, presidente della Società Internazionale di Medicina di Genere, Antonella Polimeni, rettrice della Sapienza di Roma e Walter Ricciardi, professore di Igiene e Sanità pubblica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.

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