Le Poetesse del Lago, sul Trasimeno la Terrazza per ricordarle

La targa della Terrazza sul Trasimeno dedicata alle Poetesse del Lago
di Maria Serena Patriarca
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Domenica 13 Giugno 2021, 21:02

Una romantica terrazza panoramica dedicata alle poetesse del Lago Trasimeno, con una speciale targa che ricorderà a tutti i visitatori che da questo luogo le donne di spicco della cultura italiana, fra fine Ottocento e primi Novecento, trovarono ispirazione. Palazzo Pantini Nicchiarelli, antica residenza gentilizia in stile napoleonico a Castiglione del Lago, sul Trasimeno, ha scelto di rendere omaggio a tre figure femminili di spicco della letteratura italiana, ancora tutte da scoprire o riscoprire: Vittoria Aganoor Pompilj, Maria Alinda Bonacci Brunamonti e Assunta Pieralli.

Artefice di questa iniziativa? Fabio Nicchiarelli, affiancato da Nicoletta Sarti, che ha mostrato in anteprima la terrazza delle poetesse alla stampa, nel corso dell’iniziativa promossa dal Consorzio Urat e dall’Unione dei Comuni del Trasimeno per valorizzare l’area del Lago umbro, anche alla luce delle donne di cultura e letteratura che hanno dato lustro a questo territorio.

 

LE POETESSE

Vittoria Aganoor Pompilj, nota come “la poetessa del lago”, nel 1908 pubblicò “Nuove Liriche” (raccolta dedicata all’amato marito Guido Pompilj, dove sono racchiuse le poesie dedicate al Trasimeno), e proprio a Palazzo Pantini Nicchiarelli era di casa: ancora oggi, aggirandosi fra le sale finemente affrescate della dimora, sembra di rivivere le atmosfere “d’antan” dei salotti letterari in cui Vittoria è stata una delle protagoniste assolute (per le visite del Palazzo e della terrazza: www.palazzopantininicchiarelli.it).

«La storia che lega Vittoria Aganoor Pompilj al Palazzo», spiega Nicchiarelli, «era di origine familiare: la poetessa, che su questa terrazza amava osservare il panorama del Trasimeno al tramonto per prendere ispirazione, era infatti la cognata di Giovanni Pompilj, proveniente da una ricca famiglia di zona, colui che restaurò Palazzo Pantini Nicchiarelli». Sul web, sul sito www.unicaumbria.it/storia-e-storie/poetesse-umbria-trasimeno-lago-poesia/ si possono trovare notizie interessanti sull'Aganoor, che era di origini armene ed ebbe una vita molto avventurosa. E se da Castiglione del Lago, annoverato fra i Borghi più Belli d’Italia, ci si dirige a Monte del Lago, deliziosa frazione del comune di Magione, si può ammirare la villa dove Vittoria Aganoor visse insieme con il marito, e da dove, in barca, si spostava per arrivare alle isole del Trasimeno, fra cui la selvaggia e affascinante isola Polvese.

L’Aganoor Pompilj nelle sue lettere scriveva così: «L𝑎 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑎 𝑐𝑎𝑠𝑎 𝑒̀ 𝑑𝑖𝑛𝑎𝑛𝑧𝑖 𝑎𝑙 𝑇𝑟𝑎𝑠𝑖𝑚𝑒𝑛𝑜, 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑎 𝑐𝑖𝑟𝑐𝑜𝑛𝑑𝑎𝑡𝑎 𝑑𝑎 𝑐𝑜𝑙𝑙𝑖𝑛𝑒 𝑓𝑜𝑙𝑡𝑒, 𝑒 𝑠𝑢𝑙 𝑙𝑎𝑔𝑜 𝑡𝑟𝑒 𝑖𝑠𝑜𝑙𝑒𝑡𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑠𝑜𝑔𝑛𝑜, 𝑣𝑒𝑟𝑑𝑖 𝑣𝑒𝑟𝑑𝑖, 𝑠𝑑𝑟𝑎𝑖𝑎𝑡𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑖𝑛 𝑎𝑏𝑏𝑎𝑛𝑑𝑜𝑛𝑜 𝑑’𝑒𝑠𝑡𝑎𝑠𝑖 𝑠𝑢𝑙 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑙𝑎𝑔𝑜. 𝐹𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑙𝑢𝑛𝑔ℎ𝑒 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑒𝑔𝑔𝑖𝑎𝑡𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑓𝑟𝑒𝑠𝑐ℎ𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑒𝑟𝑎, 𝑠𝑜𝑡𝑡𝑜 𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎 𝑙𝑢𝑛𝑎 𝑏𝑖𝑎𝑛𝑐𝑎, 𝑒 𝑡𝑜𝑟𝑛𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑎 𝑐𝑎𝑠𝑎 𝑖𝑛 𝑏𝑎𝑟𝑐𝑎, 𝑡𝑎𝑐𝑒𝑛𝑑𝑜, 𝑡𝑒𝑛𝑢𝑡𝑖 𝑑𝑎𝑙𝑙’𝑖𝑛𝑐𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑏𝑒𝑙𝑙𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑎𝑡𝑡𝑜𝑟𝑛𝑖𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑜𝑟𝑎. 𝐼𝑒𝑟𝑖 𝑣𝑖𝑠𝑖𝑡𝑎𝑚𝑚𝑜 𝑢𝑛 𝑝𝑜𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑚𝑖𝑜 𝑚𝑎𝑟𝑖𝑡𝑜, 𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑜 𝑎𝑚𝑜 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑢𝑛 𝑔𝑟𝑎𝑛𝑑𝑒 𝑓𝑎𝑛𝑡𝑎𝑠𝑚𝑎 𝑑𝑖 𝑣𝑒𝑐𝑐ℎ𝑖𝑜 𝑚𝑎𝑛𝑖𝑒𝑟𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑣𝑖 𝑒̀ 𝑖𝑛𝑐𝑙𝑢𝑠𝑜».

Assunta Pieralli, poetessa ma anche educatrice vissuta nel XIX secolo, è autrice del poema “Il lago Trasimeno”, del 1890 (oltre 1700 versi dedicati alla struggente storia d’amore tra Baldo ed Ermelinda, ambientata nel contesto romantico del lago umbro). La Pieralli fece rivivere la seduzione del Lago Trasimeno nei versi “𝐷𝑖 𝑣𝑖𝑣𝑎 𝑙𝑢𝑐𝑒 𝑙’𝑎𝑟𝑖𝑎 𝑠𝑓𝑎𝑣𝑖𝑙𝑙𝑎, 𝐸 𝑙𝑎 𝑐𝑒𝑟𝑢𝑙𝑒𝑎 𝑜𝑛𝑑𝑎 𝑛𝑒 𝑏𝑟𝑖𝑙𝑙𝑎, 𝐶ℎ𝑒 𝑠𝑝𝑒𝑐𝑐ℎ𝑖𝑜 𝑎𝑙 𝑓𝑢𝑙𝑔𝑖𝑑𝑜 𝑠𝑒𝑔𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑝𝑎𝑐𝑒 𝐼𝑚𝑚𝑜𝑏𝑖𝑙 𝑔𝑖𝑎𝑐𝑒”.

Senza dimenticare Maria Alinda Bonacci Brunamonti, grande attivista del Risorgimento, nonché autrice di liriche struggenti. E’ proprio la Brunamonti che scriveva, delle tre isole sul Trasimeno: «𝑙𝑎 𝑃𝑜𝑙𝑣𝑒𝑠𝑒, 𝑙'𝐼𝑠𝑜𝑙𝑒𝑡𝑡𝑎 𝑒 𝑙𝑎 𝑀𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜𝑟𝑒 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑓𝑎𝑚𝑖𝑔𝑙𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑡𝑟𝑒 𝑓𝑎𝑛𝑐𝑖𝑢𝑙𝑙𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑙𝑒 𝑛𝑜𝑧𝑧𝑒 𝑎𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑎. 𝑆𝑝𝑜𝑠𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑡𝑟𝑒 𝑠𝑢𝑙𝑡𝑎𝑛𝑒 𝑒̀ 𝑖𝑙 𝑑𝑖𝑣𝑖𝑛 𝑀𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑎' 𝑡𝑎𝑙𝑎𝑚𝑖 𝑑𝑖 𝑐𝑎𝑛𝑛𝑒 𝑒 𝑑𝑖 𝑛𝑖𝑛𝑓𝑒𝑎 𝑠𝑐𝑒𝑛𝑑𝑒 𝑓𝑟𝑒𝑠𝑐𝑜 𝑜𝑑𝑜𝑟𝑖𝑓𝑒𝑟𝑜 𝑒 𝑠𝑒𝑙𝑣𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜. 𝐸 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑛𝑜𝑡𝑡𝑒 𝑐𝑎𝑛𝑡𝑎𝑛𝑜 𝑙𝑒 𝑟𝑎𝑛𝑒 𝑙𝑜𝑛𝑡𝑎𝑛𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑖𝑛 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑎 𝑙𝑎 𝑣𝑎𝑙𝑙𝑒𝑎 𝑙'𝑒𝑝𝑖𝑡𝑎𝑙𝑎𝑚𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑛𝑜𝑧𝑧𝑒 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑛𝑒», nel sonetto n. XLVI della raccolta Flora, del 1898. Ma il Lago è legato culturalmente a importanti figure femminili simboliche e leggendarie fin dall’antichità: l𝑎 𝑙𝑒𝑔𝑔𝑒𝑛𝑑𝑎 narra 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑛𝑖𝑛𝑓𝑎 𝐴𝑔𝑖𝑙𝑙𝑎 𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑝𝑟𝑖𝑛𝑐𝑖𝑝𝑒 𝑇𝑟𝑎𝑠𝑖𝑚𝑒𝑛𝑜, 𝑓𝑖𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑑𝑖𝑜 𝑇𝑖𝑟𝑟𝑒𝑛𝑜. Durante un suo viaggio nel centro dell’Italia il principe 𝑔𝑖𝑢𝑛s𝑒 𝑖𝑛 𝑟𝑖𝑣𝑎 𝑎𝑑 𝑢𝑛 𝑙𝑎𝑔𝑜, 𝑎𝑚𝑝𝑖𝑜 𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑙𝑒 𝑟𝑖𝑣𝑒 𝑐𝑜𝑝𝑒𝑟𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑎𝑙𝑏𝑒𝑟𝑖. 𝑆𝑖 𝑓𝑒𝑟𝑚ò 𝑠𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑣𝑎 𝑒, 𝑑𝑎𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑐𝑎𝑙𝑑𝑜 𝑒𝑠𝑡𝑖𝑣𝑜, 𝑑𝑒𝑐𝑖se 𝑑𝑖 𝑓𝑎𝑟𝑒 𝑢𝑛 𝑏𝑎𝑔𝑛𝑜. Si narra che l𝑎 bellissima 𝑛𝑖𝑛𝑓𝑎 𝐴𝑔𝑖𝑙𝑙𝑎 𝑙𝑜 𝑠𝑐𝑜𝑟s𝑒 𝑒 𝑟𝑖𝑚𝑎s𝑒 𝑐𝑜𝑙𝑝𝑖𝑡𝑎 dal fascino 𝑑𝑒𝑙 ragazzo; 𝑑𝑒𝑐𝑖s𝑒 dunque 𝑑𝑖 𝑠𝑒𝑑𝑢𝑟𝑙𝑜 𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑙 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑜 𝑐𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑙𝑜 𝑎𝑡𝑡𝑖𝑟ò 𝑎𝑙 𝑐𝑒𝑛𝑡𝑟𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑙𝑎𝑔𝑜. 𝑀𝑎 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑐𝑎𝑢𝑠ò un 𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑠𝑡𝑜𝑟𝑑𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑛𝑒𝑙 𝑔𝑖𝑜𝑣𝑎𝑛𝑒 𝑐ℎ𝑒, 𝑠𝑜𝑝𝑟𝑎𝑓𝑓𝑎𝑡𝑡𝑜 𝑑𝑎𝑙𝑙'𝑒𝑚𝑜𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑎𝑛𝑛𝑒𝑔ò. Forse da questo episodio il lago prese appunto il nome di Trasimeno. “𝐷𝑎 𝑎𝑙𝑙𝑜𝑟𝑎, 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑠𝑒𝑟𝑎𝑡𝑒 𝑑𝑖 𝑎𝑔𝑜𝑠𝑡𝑜, 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑏𝑟𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑙𝑒𝑔𝑔𝑒𝑟𝑎 𝑣𝑜𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑙𝑙𝑒 𝑎𝑐𝑞𝑢𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑙𝑎𝑔𝑜 𝑒 𝑓𝑎 𝑠𝑡𝑜𝑟𝑚𝑖𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑓𝑜𝑔𝑙𝑖𝑒, 𝑠𝑖 𝑑𝑖𝑐𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑒̀ 𝑖𝑙 𝑙𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑛𝑖𝑛𝑓𝑎 𝐴𝑔𝑖𝑙𝑙𝑎, 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑐𝑒𝑟𝑐𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑏𝑒𝑙𝑙𝑖𝑠𝑠𝑖𝑚𝑜 𝑝𝑟𝑖𝑛𝑐𝑖𝑝𝑒”, come scrisse 𝑀𝑎𝑡𝑡𝑒𝑜 𝑑𝑎𝑙𝑙'𝐼𝑠𝑜𝑙𝑎 nella 𝑇𝑟𝑎𝑠𝑖𝑚𝑒𝑛𝑖𝑑𝑒, 𝑙𝑖𝑏𝑟𝑜 𝐼, 𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖 156-166.

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