«A casa comanda l'uomo»: stereotipi di genere anche fra i giovani. E la pensa così anche 1 ragazza su 4

«A casa comanda l'uomo»: stereotipi di genere anche fra i giovani. E la pensa così anche 1 ragazza su 4
di Vanna Ugolini
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Venerdì 12 Marzo 2021, 12:17 - Ultimo aggiornamento: 8 Maggio, 17:11

Non ce la faremo nemmeno con la generazione Z, con quelli che nel 2021 sono adolescenti e che tra qualche anno prenderanno in mano le redini del paese. Non ce la  faremo nemmeno con loro a vedere una società in Italia dove le donne hanno le stesse opportunità di realizzarsi e di vivere il proprio talento, qualunque esso sia. L'ultima indagine sui comportamenti degli adolescenti riflette un modo di pensare fra i giovani e, anche fra le stesse ragazze, che tende, ancora una volta, a privilegiare la visione di una società in cui gli uomini hanno più potere e più libertà. Anche se, va detto, qualche muro dei pregiudizi è stato abbattuto. Fare i lavori di casa, ad esempio, è considerato un dovere anche per i ragazzi. E se una buona percentuale di giovani uomini riproduce lo stereotipo del '900 nelle relazioni interpersonali tra donne e uomini, ce n'è un'altra parte, ed è comunque la maggioranza, seppur non tanto ampia, che non la pensa così.

Lo rivela l'edizione 2020 della ricerca "Gap - Giovani alla Prova - Ricerca su atteggiamenti e comportamenti degli adolescenti italiani" (Gap 2020) e le indagini svolte nell'ambito dell'Osservatorio Mutamenti Sociali in Atto Covid-19, l'Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Irpps) ha misurato gli stereotipi di genere di cui sono portatori i giovani del nostro paese. La ricerca Gap, condotta durante il corso del 2019, si e' rivolta a 3.273 studenti e studentesse italiane che frequentano le scuole superiori sul territorio nazionale. A questi adolescenti e' stato chiesto di esprimere il proprio livello di accordo circa una serie di affermazioni riguardanti il rapporto tra uomini e donne.

Lo riporta l'agenzia Dire in un lungo lancio in cui spiega diffusamente i risultati della ricerca.

I risultati. I risultati confermano la presenza di una pronunciata stereotipia di genere, per la quale 4 adolescenti su 10 ancora ritengono che debba essere l'uomo a mantenere la famiglia (affermano cio' anche il 25 per cento delle studentesse) e 1 maschio su 4 che l'uomo debba comandare in casa. Tra i vari temi affrontati, e' di interesse anche la lettura di genere che gli studenti offrono del tradimento nelle coppie: 1 maschio su 5 pensa che il tradimento femminile sia piu' grave di quello maschile. D'altra parte un'assunzione certamente positiva e che indica il superamento di uno dei piu' classici stereotipi e' invece la constatazione che l'uomo non solo puo', ma deve, svolgere le faccende domestiche. «Quindi gli adolescenti vivono una situazione di permanenza e pervasivita' di atteggiamenti stereotipati, pur nella convinzione che sia necessario il superamento di certi comportamenti tradizionalisti e antiquati e della forte rigidita' dei ruoli di genere».

Le discriminazioni. E' comunque sul fronte degli atteggiamenti sociali, della considerazione delle ragazze rispetto ai ragazzi che la ricerca dà risultati poco incoraggianti. Spunti di riflessione che già la cronaca fornisce ma che la ricerca è riuscita a individuare e a cui è riuscita a dare un peso. «I risultati di Gap 200 mostrano inoltre che le ragazze, in ambito scolastico, sono vittime privilegiate di varie forme di discriminazione e violenza: sono soggette all'esclusione dal gruppo il 40 per cento delle studentesse contro il 20 per cento degli studenti; il 31 per cento delle ragazze subisce insulti per l'aspetto fisico contro il 17 per cento dei ragazzi; almeno 1 studentessa su 10 viene offesa in quanto donna», si legge nel rapporto. Di segno analogo e' l'atteggiamento verso il sessismo e l'omofobia. Il primo e' mediamente tollerato, ovvero ritenuto un atteggiamento degno di rispetto e non giudicabile negativamente se non contestualizzato, da almeno uno studente su 10: i maschi presentano pero' una tolleranza al sessismo decisamente superiore alle femmine (13,4 per cento contro 5,4 per cento).

Infine, sempre circoscrivendo l'analisi sulle opinioni circa le diversita' di genere, si evidenzia un ancor piu' elevato livello di tolleranza all'omofobia: questa puo' essere definita presente addirittura in 1 adolescente su 4, in particolare tra i maschi, ma non solo (32,7 per cento dei maschi e 14,6 per cento delle femmine).

Comportamenti durante il lockdown: l'altra indagine. L'indagine condotta nell'ambito dell'Osservatorio Msa-Covid-19 durante il periodo di lockdown in Italia, in collaborazione con l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e la Fondazione Movimento Bambino Onlus, che ha raccolto oltre 140mila interviste, «mostra come anche per i giovani tra i 18 e i 21 anni gli stereotipi sono ancora fortemente radicati. Nell'ambito di questa indagine sono stati intervistati 9.510 under 21, di cui il 57,2 per cento femmine e il 42,8 per cento maschi».

La presenza di stereotipi di genere  nella popolazione giovanile si rivela con chiarezza nel diffuso accordo verso specifiche affermazioni utilizzate come "spie". È infatti pari al 25,7 per cento la quota degli adolescenti che nella piu' rigida fase di distanziamento ha ritenuto giusto che fosse in primis l'uomo a doversi distrarre e dunque ad uscire per fare la spesa o per altre esigenze domestiche (di cui il 17,1 per cento di femmine e il 37,3 per cento di uomini). Analogamente, il 19,9 per cento ha concordato nel fatto che sia comprensibile che l'uomo possa perdere la pazienza in una simile situazione (di cui il 14,5 per cento femmine e il 27,2 per cento maschi).

Infine, rispetto a quella che potrebbe configurarsi come l'immagine piu' emblematica della stereotipia di genere, ovvero l'idea per la quale la donna e' portatrice di un suo ruolo naturale che risiede nell'essere madre e moglie, e' stato rilevato un accordo complessivo pari al 18,4%, di cui il 14,8% femmine e il 23,3% maschi.

«In tutti i casi si evidenziano pertanto anche tra gli adolescenti marcati stereotipi di genere a testimonianza del fatto che i condizionamenti sociali siano sempre duri a morire, tant'e' che godono a tutt'oggi di un diffuso consenso non soltanto nei piu' giovani, su cui si potrebbero avere aspettative diverse, ma anche nello stesso universo femminile», si legge nei risultati della ricerca. Atteggiamenti che possono sembrare "normali" e sono condivisi vanno invece a costruire quella rete di pensieri e di comportamenti che generano gli stereotipi di genere in cui tutti, anche gli stessi ragazzi, rischiano di restare imprigionati. 

 «La costruzione delle rappresentazioni sociali costituisce un processo complesso, sul quale influiscono la socializzazione primaria e secondaria e i modelli culturali di riferimento. Esse generano l'idea dell'altro, che condiziona gli atteggiamenti e i comportamenti umani e quindi il rapporto tra uomini e donne. In particolare la riproduzione dei cosiddetti ruoli di genere, che avviene per lo piu' in ambito familiare, ove spesso si interiorizzano ideali distanze e disuguaglianze sociali, si basa ancora oggi sulla presenza di una visione sessista della societa', che vede la donna come subalterna all'uomo per via della presunzione dell'esistenza di ruoli sociali "naturali", che prevedono il primato dell'uomo nelle posizioni apicali di carriera e quello della donna negli oneri di cura e assistenza familiare», commenta Antonio Tintori (Cnr-Irpps). «Queste errate scorciatoie cognitive, definite stereotipi, costituiscono un fattore altamente condizionante gli atteggiamenti verso la diversita' di genere. L'analisi del livello di stereotipia sociale, in particolare sulla popolazione piu' giovane, e' un'attivita' di ricerca complessa e importante che deve essere periodicamente svolta per avere una misura del processo di emancipazione culturale nello spazio e nel tempo>.

Il gruppo di ricerca sta attualmente progettando un nuovo studio sugli adolescenti a un anno dall'emergenza sanitaria per tenere conto dell'impatto sulla vita dei giovani dei numerosi cambiamenti recenti che hanno avuto ripercussioni anche su comportamenti e atteggiamenti dei ragazzi.

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