"Una Repubblica senza patria", la lotta senza quartiere delle due Italie

"Una Repubblica senza patria", la lotta senza quartiere delle due Italie
di Carmine Castoro
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Mercoledì 20 Novembre 2013, 17:05 - Ultimo aggiornamento: 19:49
Se vero, come dice Vittorio Feltri nella videointervista che, per recuperare un senso patrio, un sentimento della comunit e della comune appartenenza allo stesso popolo e alle sue istituzioni, dobbiamo usare come tecnica quella del “suicidio collettivo” o addirittura “espatriare”, ci troviamo di fronte a un paradosso che è anche una drammatica disamina dello status quo, visto quasi come irreversibile, inaggirabile: siamo, o saremmo, cioè, così divisi, spappolati, chiusi in microcosmi ideologici e consumistici che non comunicano tra di loro e non condividono nulla, da vedere un concetto nuovo di Patria solo nel binocolo, da qualche terra lontana, o peggio, votati a una triste fine, fisica e morale. Chissà se le cose stanno davvero così, ma certo non sono destinate a migliorare in un breve lasso di tempo. A meno di forti rivolgimenti che riguardano le nostre coscienze, un’analisi storica lucida e orgogliosa, un rimettere mani al sistema dei media, dei valori condivisi, delle relazioni pubbliche.



Gennaro Sangiuliano, vice direttore del tg1, e Vittorio Feltri fondatore, ex direttore e ora editorialista di Libero, ripercorrono le vicende fondamentali del dopoguerra, dalle origini della Repubblica fino alla nostra desolante attualità, per giungere a una conclusione sconfortante: l'Italia è una Repubblica senza patria, che è come dire uno Stato senza nazione, fatto di cittadini che si riconoscono solo nel proprio gruppo, che perseguono solo il proprio tornaconto. Gennaro Sangiuliano ricostruisce storicamente la cronaca degli anni fra il 1943 - dalla firma dell'Armistizio e dalla fuga del re - e gli anni Settanta del Novecento. La matrice che a suo parere unisce tutte le esperienze politiche italiane è la divisione, la mancanza di una prospettiva condivisa dello Stato e dello sviluppo economico e culturale della nazione. Una storia caratterizzata da contrasti politici e ideologici che preludono a due Italie sullo stesso suolo (che a un certo punto sarebbero anche potute diventare due Stati): la destra democristiana e “filoamericana” e la sinistra comunista e “filosovietica”. Osservatore privilegiato, e allo stesso tempo voce “fuori dal coro”, Vittorio Feltri racconta invece gli anni della nostra storia più recente: dall’esperienza del centrosinistra di Fanfani alla strategia della tensione; da Mani Pulite e le inchieste di Antonio Di Pietro alla nascita della Lega e all'avvento di Silvio Berlusconi sulla scena politica italiana. Nessun elemento di unità, nessun sentimento di Patria, nessuna ricerca del bene comune. Di nuovo sempre, e come sempre, la visione del “particulare”, una lotta senza quartiere che ha assorbito tutte le energie, dissanguato lo Stato e immiserito la nazione.



Feltri-Sangiuliano - Una Repubblica senza patria(Mondadori, pagg. 300, euro 19)
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