Giorgio Ursicino
MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Sainz festeggia: «La vita è come le montagne russe». Leclerc: «Il massimo per la squadra, complimenti a Carlos»

Sainz e Leclerc appana scesi dalle Ferrari dopo la doppietta a Melborne
di Giorgio Ursicino
3 Minuti di Lettura
Lunedì 25 Marzo 2024, 10:31 - Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 09:23

La gioia corre veloce. Travolgente. Diventa contagiosa. Fare doppietta con in pista una squadra che lo scorso anno ha vinto tutte le gare meno una è qualcosa di straordinario e, per centrare un risultato tanto prestigioso, si può accettare di buon grado anche una mano dalla dea bendata. Fare uno-due con il cannibale integro sarebbe stato sicuramente più arduo, ma senz’altro Carletto avrebbe lottato anche contro il campione del mondo pur di passare per primo sotto la bandiera a scacchi. Lo scenario lo conoscono bene i ferraristi, Frédéric e Charles lo hanno anche ribadito a fine gara: vietato illudersi, la SF-24 è andata benissimo all’Albert Park, ma la Red Bull è davanti. Non potrebbe essere altrimenti.

Fra due settimane si corre in Giappone e, su una pista più tecnica ed esigente, è attesa la vendetta dell’extra terrestre. Lo spagnolo scende a fatica dalla Rossa a fine gara, ma non si sente stanco anche se non si è allenato. «Gara bellissima, sono felice. Stanco? No, è andata maglio del previsto. Ho potuto correre sempre in testa e quindi gestire nel migliore dei modi i pneumatici e il mio fisico non al massimo della forma. Nel finale ho sentito un po’ la fatica, ma non ero sotto pressione, era tutto sotto controllo». Il ragazzo di Madrid è al settimo cielo, è l’unico che negli ultimi due anni sia riuscito a battere le RB: «Superato Max che aveva problemi ai freni ho avuto la sensazione che avrei vinto. Se non fossero capitati imprevisti ero sicuro che non mi avrebbero preso più. È un periodo di emozioni forti, come andare sulle montagne rosse.

Mi è capitato di tutto: prima la non conferma alla Ferrari, poi il podio all’esordio in Bahrain. Quindi l’appendicite ed ora il trionfo australiano».

Di altro umore è Leclerc: uno come lui è sempre deluso quando non vince. Poi se ci riesce il compagno di squadra con la macchina come la sua... Ma ormai Charles è un uomo-squadra, non corre più dietro all’inutile ruolo di prima guida. Il leader del team è chi va più forte, guardate Verstappen. «Sono contento, ma non felice - ha raccontato il principino - per la squadra non poteva andare meglio, abbiamo fatto bottino pieno. No, non avrei potuto battagliare con Carlos, ha fatto un lavoro straordinario in questo weekend, gli faccio i complimenti. Io ha avuto qualche problema con il primo treno di gomme bianche, quelle più dure, ma va bene così. Non sappiamo come sarebbe andata la lotta con Max. È vero, Perez era indietro, ma di solito è l’olandese che fa la differenza».

L’esperto Vasseur fa finta di festeggiare, ma lui già pensa al prossimo gran premio. È venuto a Maranello non per vincere qualche gara, ma per aprire un ciclo, come quello di Schumacher e Todt: «Cosa sarebbe successo se Max non si fosse ritirato? Nessuno può saperlo. Ma non è importante più di tanto: abbiamo ancora 21 gare per batterlo se ne saremo capaci. La vettura va molto meglio, l’interpretano con più facilità i tecnici e, soprattutto, i piloti. La squadra è affiatata e motivata, i ragazzi al volante seguono sempre i nostri consigli...».

© RIPRODUZIONE RISERVATA