Giorgio Ursicino
MilleRuote
di Giorgio Ursicino

“Nonno” Sainz conquista il deserto: con l'Audi a trazione elettrica la sua quarta Dakar con 4 bolidi diversi

Il campione spagnolo Carlos Sainz ha vinto la sua quarta Dakar
di Giorgio Ursicino
3 Minuti di Lettura
Lunedì 22 Gennaio 2024, 10:16 - Ultimo aggiornamento: 10:49

Buona la terza. L’astronave Audi a trazione totalmente elettrica, dopo due edizioni per mettere a punto il rivoluzionario progetto, sbanca la Dakar. Scrivendo una nuova pagina di storia che profuma molto di leggenda fra le immense dune del deserto arabico. Al volante Carlos Sainz, il papà dell’omonimo ferrarista, che ha festeggiato da tempo i 40 anni di carriera, ma continua a dare spettacolo. Tecnologia al potere, dunque, un bolide che scatta nel più assoluto silenzio e si mangia gli ostacoli con una facilità incredibile. Ma la corsa motoristica più impegnativa del mondo, che dura due settimane senza lasciar rifiatare, è sempre stata una corsa di uomini. Quasi di eroi. Capaci di sfidare il pericolo nel nulla più assoluto, mettendo spesso a repentaglio la vita stessa.

E quest’anno l’aspetto umano è più dolce del solito, con una serie di imprese che mettono in primo piano la sportività, sempre davanti alla voglia di vincere. Alla Dakar la cosa più importante è la pelle: quando qualcuno è in difficoltà, dare una mano diventa un obbligo, a scapito anche di vittoria e gloria. Bella favola quella di Carlos, un ex ragazzo bene della capitale spagnola che mostrava il suo talento quando era ancora minorenne. Ormai molti anni fa. “Nonno” Carlos, che il prossimo 12 aprila brinderà alle 62 primavere, ha confermato che nella maratona delle sabbie conta più l’esperienza, la visione e la resistenza rispetto alla velocità pura sulla quale qualche piccola concessione la dovrà pur fare di fronte a diavoli che hanno metà dei suoi anni. Carlos ha messo in campo tutta la strategia e il supporto di un team fantastico, senza sbagliare nulla. E ha conquistato il suo quarto trofeo Touareg senza vincere nemmeno una delle 13 tappe compreso il prologo. Sempre di costanza e controllo, sperando nella fortuna compagna indispensabile in una corrida che è una lotteria.

Sainz e i suoi due compagni hanno lavorato un anno intero in silenzio, facendo anche i meccanici: le loro RS Q e-tron le sanno smontare pezzo pezzo per ripararle in gara.

La vettura, alla sua terza versione, era cresciuta: più potente, più leggera e, soprattutto, più affidabile. I tre bolidi dei quattro anelli sono partiti consapevoli della propria forza, senza l’assillo di voler spaccare il mondo. Le vetture tedesche hanno viaggiato come orologi, ma Peterhansel e Ekstrom hanno avuto piccoli inconvenienti che li hanno allontanati dalla lotta per la vittoria e Carlos, da quel momento, ha avuto in coda due vetture gemelle pronte a coprirgli le spalle.

Sainz, dopo una gloriosa carriera nei rally con 26 vittorie e 2 titoli mondiali (ha gareggiato per 5 costruttori e tante auto diverse), a 44 anni, nel 2006, è passato ai raid dove ha fatto un poker di Dakar. Anche qui ha dominato con 4 case diverse: nel 2010 con la Volkswagen e nel 2018 con la Peugeot in Sudamerica, nel 2020 con la Mini e nel 2024 con l’Audi in Arabia Saudita. Con il trionfo di ieri ha appaiato il leggendario Ari Vatanen a quota 4 vittorie, davanti fra le auto ha solo il compagno Peterhansel ad 8 e l’emiro del Qatar Al-Attiyah a 5 che quest’anno si sono dovuti inchinare. Carlos, invece, resta a 42 primi posti di tappa con davanti i già citati tre.

Il rivale più tosto quest’anno è stato Sebastien Loeb, nove titoli mondiali rally, che ha chiuso sul podio vincendo ben 5 tappe: ha concluso 3 volte secondo e 2 terzo la classifica finale, senza mai riuscire ad essere premiato. A festeggiare Carlos all’arrivo c’era tutta la famiglia, in prima fila il figlio da 4 anni pilota di F1 della Ferrari. Nonostante la gioia, il vincitore domina l’emozione: «Sono felice, è una vittoria speciale, ottenuta con una vettura bella e complessa che richiede tanto lavoro. Era l’ultima chance per farlo. Mio figlio? Mi aiuta tanto. Carlos è esperto, ascolto sempre con attenzione i suoi consigli...».

© RIPRODUZIONE RISERVATA