MilleRuote
di Giorgio Ursicino

Marchionne sfida gli analisti: alza gli obiettivi Fca per il 2018

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Sabato 30 Gennaio 2016, 18:42
Marchionne incassa e rilancia, brinda ai risultati del 2015 e, come aveva fatto capire a Detroit, non indietreggia di fronte alle difficoltà dei mercati, rivedendo addirittura al rialzo gli obiettivi del piano presentato nel 2014. Target finanziari che vengono svincolati dalle stime sulle vendite che potrebbero essere anche inferiori a quelle ipotizzate due anni fa. «Per Fca il 2015 è stato un anno fenomenale - ha dichiarato l’ad di Fiat Chrysler agli analisti - negli ultimi due anni abbiamo fatto molto, siamo riusciti a sprigionare valore dallo scorporo di Ferrari, Jeep ha superato le aspettative, abbiamo migliorato i margini in Nord America e siamo tornati a fare utili anche in Europa».

Il manager inquadra le performance del gruppo italo-americano in un contesto generale non favorevole per il settore automotive per il rallentamento della Cina, il crollo della Russia e le difficoltà dell’America Latina dove Fca è leader: «Penso che abbiamo un controllo adeguato dello sviluppo strategico di questo difficile business, nell’ultimo periodo abbiamo migliorato la nostra organizzazione e reso la struttura del capitale più duratura. Siamo in grado di navigare in acque difficili, ora dobbiamo riuscire ad attraversare il deserto e alla fine di questo viaggio saremo in una situazione migliore».

Nell’anno appena concluso tutti i principali risultati sono andati nella parte alta della forchetta, alcuni superando le previsioni. Includendo Ferrari che è stata scorporata lo scorso 3 gennaio, i ricavi sono cresciuti del 18% raggiungendo i 113,2 miliardi di euro, l’Ebit adjusted è aumentato del 40% a 5,3 miliardi (rispetto ai 3,8 del 2014), l’utile netto adjusted del 91% a 2 miliardi rispetto agli 1,1 del 2014. L’utile netto è invece diminuito di 255 milioni, da 632 a 377 milioni «a causa degli oneri registrati nel terzo trimestre al seguito della variazione delle stime per riflettere l’attuale contesto normativo e le campagne di richiamo».

A fine dicembre l’indebitamento netto industriale era di 6 miliardi rispetto ai 7,8 di fine 2014 che sono scesi a 5 all’inizio del 2016 in seguito allo spin off del Cavallino. Anche la liquidità è di conseguenza diminuita da 25,2 miliardi (+362 milioni rispetto a 12 mesi prima) a 24,6 miliardi. L’aumento dei ricavi (+17,1 miliardi) e dell’Ebit è quasi del tutto dovuto alla crescita dell’area Nafta (il Nord America, +17,5 miliardi), il miglioramento della regione Emea è andato infatti a compensare le frenate dell’Asia-Pacifico (Apac) e, soprattutto, il Sud America (Latam) dove l’Ebit adjusted ha perso 376 milioni, da +289 a -87.

Nel mondo è stato consegnato lo stesso numero di veicoli del 2014 (4,6 milioni). In frenata la Maserati (vendite scese di 4 mila unità, Ebit Adjusted da 275 a 105 milioni), mentre la Ferrari ha stabilito nuovi record. Per l’anno in corso senza il Cavallino l’obiettivo dei ricavi è superare i 110 miliardi, quello dell’Ebit adjusted andare oltre i 5 miliardi, quello dell’utile adjusted più di 1,9 miliardi, mentre l’indebitamento dovrà essere inferiore ai 5 miliardi. Nel rivedere il piano per il 2018 Marchionne ha confermato che ci sarà un rallentamento dei programmi e degli investimenti Alfa Romeo i cui obiettivi slitteranno al 2020, mentre nel 2018 Jeep andrà oltre l’1,9 milioni di veicoli superando quota due milioni.

Il target dei ricavi per il 2018 sale da 129 a 136 miliardi, quello dell’Ebit adjusted da 8,3-9,4 a 8,7-9,8, il profitto netto adjusted da 4,5-5,3 a 4,7-5,5. In crescita il margine dell’Ebit adjusted in Nord America e in Europa, confermato quello di Maserati e della regione Apac, in calo quello di Latam. Una sfida agli analisti, numerosi dei quali avevano messo in dubbio il raggiuggimento dei target precedenti più conservativi. Marchionne ha concluso parlando delle emissioni: «Le verifiche esterne ed interne sui nostri modelli confermano che i valori su strada sono in linea con quelli di omologazione».
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