Perché venga formalizzata l’erogazione delle cifra l’iter del dossier deve essere ancora completato. Dopo l’ok della Sace, ci sarà un passaggio al ministero dell’Economia che, dopo aver fatto le sue verifiche emanerà un decreto. Il provvedimento ministeriale, prima di essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, dovrà avere il via libera anche dalla Corte dei Conti. Delle famose garanzie una sola è super vincolante ed è il cardine anche dell’accordo Intesa-Fca: più prestito dovrà essere utilizzato interamente per finanziare le attività italiane di Fiat Chrysler. Per prima cosa dovranno essere retribuiti i dipendenti, poi i fornitori strategici per la produzione degli stabilimenti nella Penisola.
Ma non basta, una consistente parte di liquidità andrà a coprire gli investimenti nel nostro paese per la mobilità ecologica, il cui piano era fortemente lanciato e che bisogna evitare che perda velocità per sfruttare i vantaggi sui mercati ed evitare penalizzazioni. Un progetto che l’azienda italo-americana non ha illustrato nei dettagli complessivi ma che vale 5 miliardi ed è sotto gli occhi di tutti anche perché le nuove attività sono tutte partite. Un piano che servirà ad ammodernare l’azienda e che potrà garantire la salvaguardia di tutti gli impianti produttivi e di blindare la forza lavoro.
La produzione di modelli elettrificati è già partita in tutte le fabbriche, dal polo torinese specializzato in auto a batterie, a Pomigliano e a Melfi. All’ufficializzazione dell’intesa fra il colosso dell’auto e l’istituto di credito, sono ripartite le polemiche su altre condizioni vincolanti che non riguardano questa fase emergenziale e che non erano sul tappeto neanche prima. La cosa strana e che le proteste più accese provengono dal partito di maggioranza che ha avuto un ruolo chiave nell’approvare un decreto che ora contesta.
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