Nel 2014 fu il responsabile della morte di una cagnolina, uccisa a colpi di forcone. Oggi, sette anni dopo, un giudice del tribunale di Rimini lo ha condannato, per quell'inaudito atto di crudeltà, a sei mesi di reclusione. Giovanni Oberti, 34 anni, aveva anche minacciato la sua ex compagna, proprietaria del cucciolo. La pena decisa dal magistrato viene però considerata «troppo blanda» dal presidente della Lega nazionale del cane Piera Rosati.
L'uccisione avvenne il giorno di un concorso ippico a Rimini. Quel giorno, dopo le minacce fatte alla fidanzata Claudia, proprietaria della cagnolina, un Jack Russel di nome Gina, Giovanni Oberti ammazzò l'animale con un forcone.
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La morte del Jack Russell
Stando alle ricostruzioni degli inquirenti, la proprietaria era già andata a dormire nel van dove abitava, al termine di un violento litigio con il compagno. Solo il giorno successivo si accorse che non vi era più traccia del suo Jack Russel. Alla domanda della donna Oberti rispose «Cercatelo da sola».
Solo dopo diverse ricerche, aiutata anche dagli organizzatori del concorso, la cagnolina venne ritrovato ustionata nel sacco, ma ancora viva. Di lì a poco però, alle cinque del matttino circa, morì dal veterinario che tentò invano di salvarla.
Il parere della Lega del Cane
«Non era quello che volevamo, una pena così blanda per una persona tanto pericolosa e che, per di più, ha a che fare con cavalli e altri animali» così ha commentato la presidente della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, Piera Rosati. «La crudeltà e la violenza di questo uomo si è scatenata allora verso la povera Gina - ha proseguito - ma potrebbe riesplodere all’improvviso verso altre creature indifese». «Avrebbe meritato una condanna decisamente più dura ed esemplare», ha concluso la presidente della Lega del cane.
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