Il rinvenimento è di poco fa. Drammatico, documenta la tragica fine di un grande squalo bianco attaccato e ucciso dalle orche. L'esemplare, trovato sulla battigia di una spiaggia di Mossel Bay, nota località balneare della costa orientale sudafricana, presenta infatti, i tipici segni del morso lasciati da una o più orche, all'altezza delle pinne pettorali. Le orche marine, come è noto e già ampiamente documentato, non si fanno scrupoli ad attaccare, oltre a balene, foche e delfini, anche gli squali, compreso il grande squalo bianco, per cibarsi del grosso fegato. Il ritrovamento, oggetto della curiosità di decine di persone accorse sul posto assieme a studiosi e ricercatori, ripropone la questione della salvaguardia degli squali bianchi sudafricani.
Mossel Bay, le immagini dello squalo ucciso dalle orche
Negli ultimi anni, infatti, dopo essere scomparsi da località note e apprezzate dal mondo della documentaristica come la False Bay, un tempo capitale dei cosiddetti "squali volanti", gli avvistamenti di questa specie si fanno sempre più rari.
«Quello di poco fa, ha commentato a Il Messaggero il dottor Enrico Gennari, direttore scientifico di Oceans Research, Istituto di Ricerca di stanza proprio a Mossel Bay, dovesse essere confermato come attacco di orca, sarebbe il secondo caso in poche settimane. Pochi giorni fa, ha sottolineato, ben 5 orche erano state avvistate nella zona». Quando due super predatori si incontrano, vince quello più organizzato. Le orche, contrariamente allo squalo bianco che è un animale solitario, vivono in gruppi familiari (pod) che vanno da un minimo di due o tre esemplari. Come i lupi, attaccano dividendosi i compiti. Il resto, oltre al numero, lo fa la mole e una intelligenza fuori dal comune.
«La nostra paura, ha tenuto a sottolineare Gennari di Oceans Research che ci ha concesso le immagini che pubblichiamo, è che seppure il numero di squali bianchi uccisi dalle orche non sia elevatissimo, sommato a quelli che finiscono intrappolati nelle reti dello Sharks board, possa rivelarsi insostenibile per la stessa prosecuzione della specie nelle nostre acque e non solo». Lo squalo bianco, infatti, è uno squalo migratore. Protagonista di epiche traversate, come quella di una femmina chiamata Nicole che, grazie al tag di segnalazione applicatole, venne seguita dalle coste del Sudafrica fino in Australia e ritorno. Un record che, oggi addirittura battuto, dimostra l'incredibile natura di un animale tanto temuto quanto incompreso.