Morta Maarifa, cucciola di rinoceronte bianco strappata alle sabbie mobili e adottata dai ranger

Morta Maarifa, cucciola di rinoceronte bianco strappata alle sabbie mobili e adottata dai ranger
di Remo Sabatini
4 Minuti di Lettura
Venerdì 29 Marzo 2019, 19:50 - Ultimo aggiornamento: 21:29

E' morta Mararifa, splendido cucciolo di rinoceronte bianco. La sua storia era iniziata cinque mesi fa quando, era il 2 novembre scorso, durante una perlustrazione nel Meru National Park Rhino Sanctuary, il grande parco naturale keniano dedicato alla salvaguardia dei rinoceronti, i ranger avevano notato quacosa di strano. Makosi, una grossa femmina, coperta dal fango, sembrava disperata. Così, avevano deciso di avvicinarsi e immediatamente dopo, sarebbe scattata l'emergenza. In un buco nel fango, infatti, pericoloso come le sabbie mobili, si trovava il suo cucciolo: era finito talmente in profondità che tutti i tentativi della mamma di salvarlo erano risultati inutili.

Balena beluga avvistata nel Tamigi: «Si è persa, corsa per aiutarla»



Non c'era tempo da perdere. Bisognava intervenire. Il piccolo rischiava seriamente di morire.
Alla fine, dopo minuti che dovevano essere sembrati interminabili, il piccolo era stato finalmente raggiunto e portato in superficie. In braccio ad uno dei suoi salvatori, la piccola Maarifa, aveva cominciato a tranquillizzarsi. Incosapevole del grave pericolo scampato, sembrava conoscesse quelle braccia da sempre. Tanto che, una volta messa a terra nel tentativo di farla ricongiungere alla madre, aveva avuto più di un attimo di esitazione.
La sua mamma, nel frattempo, stremata e, probabilmente stordita dall'accaduto, aveva cominciato ad allontanarsi.
Forse non riconosceva più l'odore del suo cucciolo? Non è dato saperlo con certezza.

Fatto sta che Makosi, improvvisamente, dopo aver cercato di salvare sua figlia per chissà quanto tempo, ora sembrava apparire del tutto estranea a quel batuffolo infangato che andava verso di lei.
E allora, mentre mamma rinoceronte si allontanava insieme ad un grosso maschio, venne fuori un altro problema: cosa fare del cucciolo? Sì, perchè nonostante i ripetuti interventi dei ranger per ricongiungere la famiglia, tutto era risultato vano. Con la mamma da una parte che si allontanava e la cucciola dall'altra, che rimaneva sempre più sola.
Poi, dopo ore di inutili tentativi, che sarebbero durati anche il giorno successivo, la piccola Maarifa avrebbe deciso per tutti. Già dai primi momenti seguiti al salvataggio, la cucciola sembrava provare un attaccamento singolare per quegli strani esseri a due zampe che le avevano fatto rivedere la luce.

Trotterellando e saltando loro attorno, correndogli dietro e seguendoli, per Maarifa, sembrava proprio che la scelta fosse già stata fatta. Avrebbe seguito i suoi salvatori in capo al mondo. E così fu.
D'altronde, ormai sola, le possibilità di sopravvivere senza aiuti, sarebbero state nulle. Così si era deciso di portarla all'orfanotrofio degli elefanti della DSWT (David Sheldrick Wildlife Trust) di Nairobi, dove sarebbe stata accudita.
Anche lì, praticamente da subito, Maarifa aveva dimostrato il suo attaccamento con la sua nuova, strana famiglia.
E nonostante, la cucciola, non avesse che pochi giorni di vita, le speranze di vederla crescere in salute per rilasciarla, un giorno, in natura, sembravano aumentare di settimana in settimana, di mese in mese.

Giocava, Maarifa. Quando i suoi custodi che, a turno e per brevi periodi di tempo, le facevano compagnia, continuava a giocare mentre cresceva a vista d'occhio. Aveva iniziato una nuova vita e tutto sembrava andare per il meglio. Almeno fino all'alba del 25 marzo, quando improvvisamente, si era sentita male. La sera prima, come di consueto, aveva fatto ritorno dall'area circostante per rientare nella stalla trotterellando come sempre.
Anche per questo, il grave malore del mattino dopo, aveva colto tutti di sorpresa. Aveva rifiutato il cibo, la pancia stranamente ingrossata e poi, una forte diarrea. Immediatamente era scattato l'allarme e l'arrivo del veterinario era stato pressochè immediato. La tensione era altissima. Da quel momento, tutta la sua nuova famiglia sarebbe rimasta con lei sperando che potesse riprendersi da quel brutto e inaspettato mal di pancia.
E invece niente. La piccola sarebbe morta alle del mattino.

L'autopsia, tenuta dal medico veterinario, il dott. Ephantus, ad una prima analisi parla di complicazioni seguite ad una emorragia. Delle carte e di tutti quei dati, però, non importa un granchè a chi aveva avuto a che fare con la cucciola. Tutti, al campo, la ricordano con affetto infinito. 
Sentono soltanto quel vuoto che Maarifa ha lasciato.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA